La proposta di un gentiluomo è il terzo romanzo della serie Bridgerton, scritto da Julia Quinn, fu pubblicato nel 2001, da Mondadori nella collana Harmony, specializzata nel genere della narrativa rosa.
Questo terzo volume sarà la quarta stagione della serie televisiva “Bridgerton” su Netflix, prodotta da Shonda Rhimes.
“La gente vedeva solo quello che si aspettava di vedere. E Benedict sicuramente non si aspettava di vedere in una cameriera la donna che aveva baciato due anni prima.”
Trama di “La proposta di un gentiluomo”
Erede di un cognome illustre, Sophie Beckett non ha mai avuto il privilegio di vivere una vita da favola. Nessun lusso, nessuna carezza affettuosa, nessuna serata di gala: bastava il marchio d’infamia di figlia illegittima del conte di Penwood a relegarla in un angolo, trattata alla stregua di una domestica. E quando il padre è morto, lasciandola in balia della matrigna e delle sue due perfide figlie, la sua sorte è stata definitivamente segnata.
“Per Sophie, il «Whistledown» era un modo per evadere in un mondo che avrebbe potuto essere il suo, se solo i suoi genitori si fossero uniti legalmente in matrimonio. Sarebbe stata la figlia di un conte, non la bastarda di un conte; e il suo cognome non sarebbe stato Beckett, ma Gunningworth.”
Di certo, mai avrei immaginato di varcare la soglia del sontuoso ballo in maschera di Lady Bridgerton. Né tantomeno di attirare l’attenzione di un vero principe azzurro. Eppure, nel momento in cui Benedict, il fascinoso secondogenito della famiglia, la stringe a sé e la conduce in un vortice di passi e sguardi rubati, Sophie sa che nulla potrà mai cancellare quell’istante. Nemmeno lo scoccare della mezzanotte, che la costringe a svanire nel nulla come nelle fiabe.
“Benedict Bridgerton era il secondo di otto figli, ma a volte gli sembrava che fossero cento.
Quella festa che sua madre aveva voluto a tutti i costi dare doveva essere un ballo in maschera, e Benedict si era diligentemente coperto il viso con una mascherina, ma tutti lo riconoscevano all’istante. O quanto meno capivano subito che era uno dei padroni di casa.
«Un Bridgerton!» esclamavano, battendo le mani con aria entusiasta.
«Voi dovete essere uno dei fratelli Bridgerton!»
«Un Bridgerton! Riconoscerei un Bridgerton dovunque.»
Benedict era un Bridgerton, e anche se non avrebbe mai voluto appartenere a un’altra famiglia, a volte aveva voglia di essere considerato un po’ meno come un esponente della sua famiglia, e un po’ di più come se stesso.”
Anche Benedict non riesce a dimenticarla. Quella ragazza misteriosa, quella sconosciuta che gli ha incendiato il cuore… Chi era? E dove trovarla? Si è ripromesso di non fermarsi finché non l’avrà scoperto, finché non l’avrà fatta sua. Ma quando, anni dopo, il destino gli fa incontrare la nuova Sophie — stavolta nelle vesti di una semplice cameriera — il suo giuramento vacilla. Era davvero giunto il momento di chiudere con il passato? Di smettere di inseguire un sogno e concedersi la possibilità di amare la donna che ora ha davanti?
Dopotutto, Sophie Beckett non poteva essere al ballo… O forse sì?
“La cronaca rosa comunque era la lettura più appassionante. Nessuno conosceva la vera identità della sedicente Lady Whistledown. Quando il giornale stampato su un singolo foglio era uscito per la prima volta, due anni prima, erano state fatte le ipotesi più fantasiose. Tuttora, specie quando il pettegolezzo in oggetto era particolarmente succoso, il pubblico si sbizzarriva, chiedendosi chi mai poteva essere in grado di riportare quel genere di notizie con tanta rapidità e accuratezza.”
Recensione
Julia Quinn prende Cenerentola, la infila in un corsetto Regency e le dà una buona dose di spirito e determinazione. Il risultato? Una storia che mescola romanticismo, passione e quel tocco di ironia che rende i suoi romanzi irresistibili. Sophie non è certo la solita damigella che aspetta il principe azzurro con le mani in grembo: combatte, sogna e cerca di prendere in mano il proprio destino, anche se il mondo sembra remarle contro. Benedict, invece, non è solo il classico eroe da sogno: dietro il fascino aristocratico, si dibatte tra il peso delle aspettative sociali e il desiderio di amare senza etichette. Certo, il suo atteggiamento a tratti può risultare un filo possessivo, e alcuni lettori potrebbero trovarlo irritante.
L’idea della ragazza comune che fa perdere la testa al nobile di turno non è certo nuova, ma Quinn la rende fresca e accattivante grazie a dialoghi brillanti e situazioni che sanno tenere incollati alle pagine. Tra balli sfavillanti, rigide convenzioni e segreti ben nascosti, l’autrice ci trascina in una Londra ottocentesca vivida e scintillante. Peccato che, dopo tanta tensione e aspettative, il finale arrivi forse un po’ troppo in fretta, come se qualcuno avesse premuto il tasto avanti veloce proprio quando volevamo goderci l’ultima scena. Leggiamolo ricordando che è un romanzo rosa.
“La Stagione 1815 è già a buon punto e verrebbe da pensare che non si parli d’altro che di Wellington e Waterloo. Invero, c’è una piccola differenza rispetto al 1814, quando tutte le conversazioni vertevano sul più intramontabile degli argomenti mondani: le nozze.
Come di consueto, le speranze matrimoniali della schiera di debuttanti si concentrano sulla famiglia Bridgerton e, nello specifico, sul maggiore dei fratelli disponibili, Benedict. Certo, non possiede un titolo, ma tale mancanza è perfettamente compensata dal suo bel volto, da una figura attraente e dal cospicuo patrimonio. Di fatto, l’Autore ha udito in più di un’occasione una madre ambiziosa dichiarare, riferendosi alla propria figlia: «Sposerà un duca… o un Bridgerton».
Dal canto suo, Mr Bridgerton sembra non curarsi affatto delle giovani signore che frequentano gli eventi mondani. Partecipa a quasi tutte le feste, ma non fa altro che guardare la porta, sembrerebbe in attesa di una persona speciale.
Magari… una potenziale sposa?
Da «Le cronache mondane di Lady Whistledown»
12 luglio 1815″
I libri della serie Bridgerton
1 – Il duca e io
2 – Il visconte che mi amava
3 – La proposta di un gentiluomo
4 – Un uomo da conquistare
5 – A Sir Phillip, con amore
6 – Amare un libertino
7 – Tutto in un bacio
8 – Il vero amore esiste
9 – Felici per sempre
Il nono romanzo è stato pubblicato in formato digitale.
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Incipit di “La proposta di un gentiluomo”
Prologo
Tutti sapevano che Sophie Beckett era una figlia illegittima.
Tutti i domestici lo sapevano. Ma volevano bene alla piccola Sophie e si erano affezionati a lei sin da quando era arrivata a Penwood Park, all’età di tre anni, un fagottino avvolto in un soprabito troppo grande, lasciato sulla soglia di casa una notte piovosa di luglio. E siccome le volevano bene, fingevano che fosse esattamente quel che il sesto conte di Penwood diceva che era, la figlia orfana di un vecchio amico. Anche se la sfumatura verde muschio degli occhi e quella biondo scuro dei capelli ricordavano tanto quelle del conte. Anche se somigliava come una goccia d’acqua alla vecchia contessa, da poco scomparsa, e il suo sorriso era identico a quello della sorella del conte stesso. Nessuno voleva ferire i sentimenti di Sophie, o rischiare il posto, sollevando l’argomento.
Il conte, Richard Gunningworth, non parlava mai delle origini della bambina, ma non poteva ignorare che era sua figlia. Nessuno, oltre a lui, aveva mai potuto leggere la lettera che la governante aveva trovato nella tasca di Sophie la notte piovosa in cui era stata abbandonata davanti alla soglia di casa; il conte l’aveva subito bruciata nel caminetto. Era rimasto a guardare il foglio che si accartocciava e anneriva tra le fiamme, poi aveva ordinato che fosse approntata una stanza per la piccola accanto alla nursery. Da allora lei era rimasta sempre lì. Lui la chiamava Sophie, e lei si rivolgeva a lui chiamandolo “signore”, quando s’incontravano, poche volte l’anno, nelle rare occasioni in cui tornava da Londra.
Quel che più importava era che Sophie sapeva di essere una figlia illegittima. Non era in grado di dire come l’aveva capito, ma l’aveva sempre saputo, fin dall’inizio. Conservava pochi ricordi della sua vita precedente all’arrivo a Penwood Park, ma rammentava un lungo viaggio in carrozza attraverso l’Inghilterra, e anche che sua nonna, terribilmente smunta, tra penosi colpi di tosse, le aveva detto che sarebbe andata a vivere con suo padre. Ma soprattutto ricordava ancora quella sera di pioggia, quando si era trovata da sola davanti a una porta chiusa, sapendo che la nonna era lì vicino che aspettava, nascosta tra i cespugli, per vedere se l’avrebbero accolta.
Il conte le aveva sollevato il mento con le dita, esponendo il suo viso alla luce, e in quel momento avevano saputo entrambi la verità.
La situazione era rimasta stabile finché il conte aveva deciso di sposarsi.
Sophie aveva accolto con grande entusiasmo la notizia. La governante aveva saputo dal maggiordomo, che l’aveva sentito dal segretario del conte, che il conte intendeva passare più tempo a Penwood Park, ora che aveva una famiglia. E anche se le sue lunghe assenze non le pesavano granché, perché era difficile sentire la mancanza di qualcuno che non le prestava mai molta attenzione, Sophie era convinta che se l’avesse conosciuto meglio avrebbe sicuramente patito la sua mancanza. Magari, se avesse avuto modo di conoscerlo meglio, lui non sarebbe andato via tanto spesso. Per giunta, la governante, parlando con la guardarobiera, aveva detto che secondo il maggiordomo dei loro vicini la futura moglie del conte aveva già due figlie, più o meno della stessa età di Sophie.
Dopo sette anni passati da sola nella nursery, la prospettiva l’aveva entusiasmata. Diversamente dagli altri bambini della zona, non era mai invitata alle feste. Nessuno aveva mai osato rinfacciarle che era una figlia illegittima, farlo equivaleva a dare del bugiardo al conte, il quale aveva subito dichiarato che Sophie era la sua protetta, senza più tornare sull’argomento. Ma allo stesso tempo, il conte non aveva mai fatto niente perché Sophie fosse accettata dal resto della comunità. E così, all’età di dieci anni, i migliori amici di Sophie erano le cameriere e i valletti; la governante e il maggiordomo erano le due figure che considerava più simili a una coppia di genitori.
Adesso però stava per avere due vere sorelle.
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