Tre topolini ciechi e altre storie è una raccolta di racconti di Agatha Christie che è stata pubblicata per la prima volta nel 1952. La raccolta include nove racconti, tutti ambientati in Inghilterra e scritti con lo stile tipico della Christie, con suspense e colpi di scena. Una straordinaria antologia nella quale spicca Tre topolini ciechi, dal quale l’autrice ricavò la famosissima pièce teatrale Trappola per topi.
La genesi del racconto “Tre topolini ciechi”
Uno dei racconti più famosi della raccolta è “Tre topolini ciechi”, la genesi di questa storia ha una particolare origine. Nel 1947, in occasione dell’80° compleanno della Regina Madre, Queen Mary, moglie di Giorgio V e nonna di Elisabetta II, la BBC chiese alla Regina cosa le sarebbe piaciuto ascoltare in un programma dedicato a lei. La Regina espresse il desiderio di ascoltare qualcosa scritto da Agatha Christie, un’autrice che ammirava e stimava. Il risultato fu la trasmissione radiofonica di “Tre topolini ciechi” andata in onda nel 1947. Il racconto fu pubblicato dopo, nel maggio 1948, sulla rivista Cosmopolitan e successivamente nella raccolta che conosciamo.
Com’è nata l’idea del racconto “Tre topolini ciechi”
L’idea per il racconto “Tre topolini ciechi” venne alla Christie da un vero fatto di cronaca del 1945. Il giovane Dennis O’Neill e i suoi fratelli vennero affidati a Reginald e Esther Gough, proprietari di una fattoria nel mezzo del nulla. Dopo una notte in cui Dennis aveva avuto una crisi, chiamarono il dottore ma giunse troppo tardi per salvare il ragazzo, che era in una situazione disastrosa. Gli esami post-mortem rivelarono che il bambino era malnutrito e sottopeso per la sua età, e aveva subito continui colpi al petto e alla schiena.
Reginald e Esther furono accusati di omicidio preterintenzionale e dopo un lungo processo vennero condannati, portando alla modifica delle leggi sull’affido dei minori. Reginald venne condannato a sei anni di prigione, mentre Esther a sei mesi. Un caso che traumatizzò il Paese e che, un paio d’anni dopo, ebbe come conseguenza la modifica delle norme sull’adozione.
Trama del racconto “Tre topolini ciechi”
Mollie e Giles Davis sono due giovani sposi che hanno appena restaurato Monkswell Manor, una vecchia dimora situata nella campagna inglese, per trasformarla in una pensione. Nel giorno dell’inaugurazione, mentre aspettano i loro primi ospiti, i coniugi discutono dell’omicidio avvenuto a Culver Street e degli appelli della polizia trasmessi in radio alla ricerca dell’assassino.
Gli ospiti che arrivano alla pensione sono Christopher Wren, un giovane irascibile che suscita l’antipatia di Giles e l’interesse di Mollie, Mrs Boyle, un’anziana nobile che si lamenta continuamente, il maggiore Metcalf, un militare in pensione, e il signor Paravicini, che è arrivato lì per caso a causa di un incidente stradale.
Un indizio suggerisce che l’omicidio misterioso a Londra, definito dei “tre topolini ciechi” per la sua connessione con un vecchio fatto di cronaca, potrebbe essere legato alla piccola pensione. Così anche il sergente Trotter arriva alla tenuta alla ricerca di un legame con l’assassinio.
Quando una tormenta di neve li isola dal mondo esterno, questi personaggi molto diversi si trovano tutti insieme nella stessa pensione, dove un giallo a camera chiusa li tiene tutti in sospeso. L’assassino è ancora in libertà e la sua identità rimane sconosciuta. Potrebbe essere uno degli ospiti o addirittura uno dei proprietari della pensione?
“Tre topolini ciechi, Tre topolini ciechi. Guarda come corrono! Guarda come corrono! Corron dietro la moglie del fattore che il loro codino ha tagliato con un coltello affilato. Nulla c’è d’eguale in questo mondo a tre topolini ciechi che fanno il girotondo.”
Incipit:
Faceva molto freddo. Il cielo di Londra era buio e carico di neve. Un uomo con un soprabito scuro, la sciarpa avvolta intorno alla faccia e il cappello calato sugli occhi, percorreva Culver Street.
Salí i gradini del numero settantaquattro. Premette il campanello e lo udí squillare nel seminterrato.
La signora Casey, con le mani nell’acquaio, brontolò infastidita: « Al diavolo quel campanello. Mai un po’ di pace. Mai ».
Recensione del racconto “Tre topolini ciechi”
E’ un racconto intrigante e scritto in modo brillante, l’autrice conferma ancora una volta la sua abilità nel creare enigmi complicati, con una trama ben strutturata e un ritmo serrato che mantiene il lettore attaccato alle pagine fino alla fine. I personaggi sono ben sviluppati e ciascuno ha un ruolo importante nella risoluzione del mistero. La soluzione del mistero è sorprendente e ben congegnata, mostrando la maestria della scrittrice nel tenere nascosti gli indizi fino al momento giusto.
Altre storie della raccolta includono:
Gli altri racconti sono ancora più brevi, ma tutti molto piacevoli, dei veri e propri gioiellini della letteratura gialla. Quello che mi è rimasto in mentre e che ho trovato “delizioso” è “La torta di more“.
Uno scherzo arguto
L’attrice Jane Helier presenta Miss Marple alla signorina Charmian Stroud e il signor Edward Rossier. I due chiedono l’aiuto della detective per riuscire a scovare l’eredità lasciata da un loro prozio, che secondo loro aveva convertito tutti i suoi averi in lingotti d’oro per poi seppellirli. L’anziana signora si reca nella tenuta appartenuta al defunto per aiutare i giovani nelle ricerche.
Incipit:
«E questa» disse Jane Helier completando le presentazioni, «è Miss Marple!»
Era un’attrice, e dunque era abile nel far convergere l’attenzione sulle proprie parole. E chiaramente questo era l’acme, il trionfo finale! Nella sua voce si avvertivano, in ugual misura, rispettosa ammirazione e trionfo.
La stranezza stava nel fatto che l’oggetto di tanto reverente orgoglio era soltanto un’anziana signorina dall’aspetto dolce e puntiglioso.
Omicidio su misura
Il racconto si apre con la signora Pollit, sarta del paese, che bussa garbatamente alla porta della signora Spenlow. La donna non riceve alcuna risposta perciò si appresta ad andarsene, ma viene fermata dalla signora Hartnell, che la costringe a insistere, sicura che la donna si trovi in casa. Dopo aver bussato con forza, la signora Hartnell scorge il cadavere della signora Spenlow attraverso i vetri. I sospetti ricadono sul marito della vittima, un uomo molto posato, che non lascia trasparire alcun dolore per la perdita della moglie. L’uomo afferma di aver ricevuto una telefonata da parte di Miss Marple e di essersi recato a casa sua ma, non avendola trovata, era tornato a casa, dove la moglie era già morta. Miss Marple viene interrogata e nega di aver telefonato al sospettato, ma decide di aiutarlo perché lo ritiene incapace di compiere l’omicidio.
Incipit:
La signorina Politt impugnò il battente e bussò con garbo alla porta del villino. Dopo aver atteso con discrezione, bussò di nuovo. Nel movimento, il pacco che teneva sotto il braccio sinistro si spostò, ed essa se lo riaccomodò. Nel pacco era avvolto il nuovo abito invernale verde della signora Spenlow, pronto per la prova. Dalla mano sinistra della signorina Politt ciondolava una borsa di seta nera, che conteneva un metro a nastro, un puntaspilli e un paio di grosse forbici taglienti.
Il caso della domestica perfetta
Edna, la domestica di Miss Marple, è preoccupata per sua cugina, che ha appena perso il lavoro presso la casa delle sorelle Skinner perché ritenuta colpevole del furto di una spilla. Le due donne vivono in uno stabile in campagna composto da quattro appartamenti, la più grande, Lavinia, passa il tempo ad occuparsi della sorella minore Emily Skinner, che soffre di ipocondria. L’anziana detective si reca a casa delle due donne ma queste non sembrano intenzionate a riassumere la cameriera, anzi, poco tempo dopo ingaggiano una nuova domestica tramite un’agenzia. La nuova arrivata, Mary Higgins, sembra rappresentare il modello di ogni virtù, e ben presto diviene l’argomento preferito di tutto il paese. Miss Marple, insospettita, si reca nuovamente dalle sorelle.
Incipit:
«Miss Marple, scusatemi, potrei parlarvi un momento?»
Questa domanda avrebbe potuto sembrare assurda, dato che Edna, la piccola domestica di Miss Mar-pie, in realtà stava già parlando alla padrona.
Tuttavia, riconoscendo l’accento della voce, Miss Marple le rispose senza esitare: «Certamente, Edna, entrate e chiudete la porta. Di che si tratta?»
Edna chiuse obbediente la porta, mosse qualche passo nella stanza arricciando l’orlo del grembiule con te dita, e deglutì una o due volte.
Le maledizioni della strega
Miss Marple è reduce da una brutta influenza, così il suo medico le propone un enigma da risolvere durante la convalescenza, consegnandole un manoscritto scritto di suo pugno che contiene la storia del giovane Harry Laxton, uno scapestrato giovanotto che, dopo aver girovagato per il mondo, torna al suo paese di origine apparentemente redento e in compagnia di una giovane sposa. Harry acquista una villa decadente e la fa distruggere per edificare una nuova casa, ma la signora Murgatroyd, vecchia custode della villa, inizia a perseguitare lui e la sua giovane moglie Louise, appostandosi fuori dai cancelli e lanciando maledizioni.
Incipit:
«Be’, e oggi come andiamo?» chiese si dottor Haydock alia paziente. Miss Marple gli sorrise debolmente, iì capo affondato tra i cuscini.
«Mi sembra di star meglio, in effetti» ammise, «ma mi sento terribilmente depressa. Non riesco a fare a meno di pensare che sarebbe stato meglio se me ne fossi andata. Sono vecchia, non servo più a nessuno e nessuno si preoccupa per me.»
Il dottor Haydock l’interruppe con t suoi soliti modi bruschi.
«Già, già: la tipica reazione di chi è appena uscito da questo genere di influenza. Quello di cui avete bisogno è qualcosa che vi distolga da voi stessa. Un tonico mentale.»
L’appartamento al terzo piano
Quattro giovani si recano a casa di Patricia Garnett dopo una serata. La donna non riesce a trovare la chiave del suo appartamento, perciò i due ragazzi, Donovan e Jimmy, salgono sull’ascensore per il carbone per cercare di aprire la porta dall’interno. Una volta in casa, Donovan cerca di accedere la luce ma non ci riesce, quindi Jimmy si dirige in un’altra stanza e la accende. I giovani si rendono conto di non essere nell’appartamento di Patricia, ma in quello della vicina Ernestine Grant. I due lasciano l’appartamento e si dirigono al piano superiore dove aprono la porta a Pat e Mildred. Donovan si accorge di avere le mani sporche di sangue, quindi i ragazzi tornano nell’appartamento della vicina, e dietro una tenda, trovano il cadavere della signora Grant. Raggiunte le ragazze sul pianerottolo, discutono della faccenda ma vengono interrotti da Hercule Poirot, che abita al quinto piano.
Nel 1990 dal racconto è stato tratto il quinto episodio della prima stagione della serie “Poirot” diretto da Ross Devenish con David Suchet.
Incipit:
«Accidentaccio!» disse Pat.
Con una ruga che andava approfondendosi sulla fronte armeggiò freneticamente nel nonnulla di seta che chiamava borsetta da sera. Due giovanotti e un’altra ragazza la stavano osservando ansiosamente. Erano tutti fermi in piedi davanti alla porta chiusa dell’appartamento di Patricia Garmett.
«È inutile» dichiarò Pat. «Non è qui. E adesso che facciamo?» «Che cos’è la vita senza una chiave?» mormorò Jimmy Faulkener.
A mezzanotte in punto
un signorotto di campagna, chiama Poirot per aiutarlo a fronteggiare il rapimento del figlio. La famiglia riceve delle lettere anonime che minacciano di portare via il bambino a meno che non siano pagate venticinquemila sterline. La polizia non mostra interesse per il caso, finché non giunge una lettera in cui si afferma che il bambino verrà rapito alle dodici del giorno successivo. Quel giorno, la signora Waverly viene lievemente avvelenata e sul cuscino del signor Waverly viene lasciato un biglietto minatorio.
Nel 1990 dal racconto è stato tratto il terzo episodio della prima stagione della serie “Poirot” diretto da Ross Devenish con David Suchet.
Incipit:
«Potete capire che cosa prova una madre» ripetè, forse per la sesta volta, la signora Waverly. Guardò Hercule Poirot con aria supplichevole. I1 mio amico» sempre comprensivo nei riguardi delie madri infelici, fece un gesto di rassicurazione.
«Ma si, ma si, capisco perfettamente. Abbiate fiducia in papà Poirot.»
La torta di more
Poirot di occupa della morte di un uomo abitudinario che al ristorante ordina sempre le stesse cose. Qualche ora prima dell’omicidio si era recato al ristorante dove andava sempre, solo che questa volta aveva ordinato cose diverse dal solito, tra cui la torta alle more.
Nel 1990 dal racconto è stato tratto il quarto episodio della prima stagione della serie “Poirot” diretto da Ross Devenish con David Suchet.
Incipit:
Hercule Poirot stava cenando col suo amico Henry Bonnington al Gallant Endeavor, in King’s Road, a Chelsea.
Al signor Bonnington il Gallant Endeavor piaceva molto. Gli piaceva l’atmosfera tranquilla, gli piaceva il cibo che era semplice e inglese: lì non servivano un mucchio di pasticci elaborati.
Molly, la cameriera che lo accoglieva come un vecchio amico, si vantava di ricordarsi quello che ai suoi clienti piaceva o non piaceva riguardo al cibo.
Gli investigatori dell’amore
Durante la visita al colonnello Melrose, il signor Satterthwaite viene a sapere dell’omicidio di Sir James Dwighton, che era stato recentemente coinvolto in un triangolo amoroso e la moglie e il suo amante vengono immediatamente sospettati. Ma un incontro casuale con il signor Quin cambia la percezione dei fatti da parte di Satterthwaite.
Incipit:
Il piccolo signor Satterthwaite incrociò pensosamente lo sguardo del suo ospite. L’amicizia tra quei due uomini era strana. Il colonnello era un semplice gentiluomo di campagna la cui passione nella vita era io sport. Le poche settimane che era costretto a trascorrere a Londra le trascorreva malvolentieri. Il signor Satterthwaite d’altro canto era un topo di città. Era un’autorità nel campo della cucina inglese, degli abiti femminili e di tutti gli scandali più recenti. La sua passione era osservare la natura umana ed era un esperto nel campo assai speciale di spettatore della vita.
Se vuoi ACQUISTA il libro