Gli Amici della Domenica, la storica giuria del Premio Strega, hanno selezionato le 12 opere finaliste per il Premio Strega 2023, tra gli 80 libri di narrativa proposti e pubblicati in Italia tra l’1 marzo 2022 e il 28 febbraio 2023
Il Premio Strega è un prestigioso riconoscimento letterario istituito nel 1947 all’interno del salotto letterario di Maria e Goffredo Bellonci, grazie al contributo di Guido Alberti, proprietario della celebre azienda produttrice del Liquore Strega, al quale il premio è intitolato e che tutt’ora lo sponsorizza. Dal 1986 la Fondazione Bellonci organizza e gestisce il premio. La scelta del vincitore avviene grazie al contributo di un gruppo di 660 uomini e donne di cultura, tra cui gli ex vincitori, i quali compongono la giuria denominata Amici della Domenica.
La cinquina dei finalisti sarà annunciata l’7 giugno 2023, a Benevento, al Teatro Romano, mentre la proclamazione del vincitore avverrà il 6 luglio dello stesso anno, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la premiazione sarà trasmessa in diretta su Rai3 alle 2300.
Conosciamo le 12 opere finaliste del Premio strega 2023
La Sibilla. Vita di Joyce Lussu di Silvia Ballestra (Laterza), presentato da Giuseppe Antonelli.
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell’Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell’Italia dove sono arrivati gli Alleati. Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell’Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce ‘scopre’ e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. Rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l’esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, ‘anglo-marchigiana’) e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani. ACQUISTA
Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone (Einaudi), presentato da Franco Buffoni.
1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita. “Dove non mi hai portata” è un libro intimo eppure pubblico, profondamente emozionante e insieme lucidissimo. Attraversando lo specchio del tempo, racconta una scheggia di storia d’Italia e le vite interrotte delle donne. Ma è anche un’indagine sentimentale che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi legge. Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l’estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall’inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe. Per la legge dell’epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Più di cinquant’anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori. Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s’informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l’Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. ACQUISTA
La traversata notturna di Andrea Canobbio (La nave di Teseo), presentato da Elisabetta Rasy.
Mosso dal desiderio di liberarsi dei ricordi che non smettono di tormentarlo, il narratore di questo libro decide di compiere un viaggio nella sua città, trasformata per l’occasione in un grande teatro della memoria. E come in ogni avventura che si rispetti, si dota delle armi magiche necessarie all’impresa: una mappa quadrata di ottantuno caselle, una raccolta di lettere d’amore e alcune vecchie agende fitte di appunti. La città è Torino, la storia è quella di una coppia italiana del dopoguerra, del loro innamorarsi, sposarsi e vivere prima felici e contenti, e poi infelici e scontenti. S’incontrano nel 1943: lui, ufficiale del Genio e futuro ingegnere, è appena tornato dalla Russia; lei ama la musica e la poesia. Si sposano nel 1946, mettono su famiglia. Gli anni della ricostruzione diventano presto gli anni del miracolo economico, che diventano presto gli anni della contestazione e della crisi. L’ingegnere, soccombendo alla melanconia, scava un tunnel personale dove rimane intrappolato, intrappolando anche la moglie e i figli. Disseminati i frammenti del tempo nello spazio della città, il narratore indaga i motivi misteriosi della depressione del padre. Alla fine, però, nessuna ragione gli sembra sufficiente a spiegare trent’anni di tristezza irrimediabile. Capisce che sono proprio i ricordi più dolorosi quelli che gli permettono di non interrompere il dialogo con i genitori – che, dopotutto, non vuole far scomparire dalla propria vita. In questa Traversata, il lettore sceglierà se indugiare nei luoghi del romanzo familiare o avventurarsi su sentieri più imprevedibili e nascosti. Qui incontrerà case stregate, martiri e reliquie, monumenti equestri, bilance svizzere, papiri egizi, antropologi e architetti; e poi cavalli bianchi, volpi pallide, pesci siluro e molti altri animali. Ma giunto alle ultime pagine riconoscerà le voci che risuonano nitide tra le righe: quelle di chi se ne è andato e offre un’ultima occasione di incontro a chi è rimasto. ACQUISTA
Come d’aria di Ada D’Adamo (Elliot), presentato da Elena Stancanelli.
Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi.
Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontare la loro storia.
Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza.
Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente.
Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono. ACQUISTA
Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi (Laurana Editore), presentato da Alessandro Barbero.
Se cercate dell’avventura, in questo romanzo ne troverete a bizzeffe. Se cercate della letteratura, con questo romanzo ne farete una scorpacciata. I luoghi e i tempi: Asti, Repubblica Sociale Italiana, febbraio 1944; su e giù per le ferrovie del Messico, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso. I personaggi (non tutti): Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria, tormentato dal mal di denti, incaricato di compilare una mappa delle ferrovie del Messico (l’ordine viene dall’alto, molto dall’alto); Tilde Giordano, ragazza bellissima e folle, imbevuta di letteratura, della quale Cesco si innamora all’istante e perdutamente; Steno, devotissimo fidanzato di Tilde, partigiano senz’armi; don Tiberio, prete di città confinato a Roccabianca a causa di certe sue insane passioni; Epa, cartografo samoano (delle Samoa tedesche); Adolf il Führer e la sua consorte Eva, alle prese con l’abuso di anglicismi; Angelo detto Angelino detto Angelito detto Lito Zanon, addetto cimiteriale alla bollitura di cadaveri; Mec il muto, suo sodale fin dai tempi in cui insieme costruivano ferrovie in Sudamerica; le due Marie, entrambe di nome Maria; Bardolf Graf, impiegato amministrativo, ignaro motore immobile di tutta la storia; Ettore e Nicolao, informatissimi e misteriosi clienti fissi del night club segreto l’Aquila agonizzante, prossimi ai partigiani; Gustavo Adolfo Baz, autore del volume Historia poética y pintoresca de los ferrocarriles en México; Edmondo Bo, frenatore poeta, o poeta frenatore, o frenatore e poeta, in ogni caso alcolista e oppiomane; l’orribile Obersturmbannführer Hugo Kraas, amante dell’arte italiana, discutibile golfista e spietato SS; Giustina Decorcipo, compagna d’orfanotrofio di Ettore e Nicolao, violentata e uccisa e gettata sul bordo della strada a sedici anni; Feliciano, bambino morto. ACQUISTA
Le perfezioni di Vincenzo Latronico (Bompiani), presentato da Simonetta Sciandivasci.
Tutti vorrebbero la vita di Anna e Tom. Un lavoro creativo senza troppi vincoli; un appartamento a Berlino luminoso e pieno di piante; una passione per il cibo e la politica progressista; una relazione aperta alla sperimentazione sessuale, alle serate che finiscono la mattina tardi. Una quotidianità limpida e seducente come una timeline di fotografie scattate con cura. Ma fuori campo cresce un’insoddisfazione profonda quanto difficile da mettere a fuoco. Il lavoro diventa ripetitivo. Gli amici tornano in patria. Il tentativo di impegno politico si spegne in uno slancio generico. Gli anni passano. E in quella vita così simile a un’immagine – perfetta nel colore e nella composizione, ma piatta, limitata – Anna e Tom si sentono in trappola, tormentati dal bisogno di trovare qualcosa di più vero. Ma esiste? Vincenzo Latronico torna alla narrativa con una storia lucida e amara di sogni e disillusioni, una parabola sulle nostre vite assediate dalle immagini dei social media e sulla ricerca di un’autenticità sempre più fragile e rara. ACQUISTA
Rubare la notte di Romana Petri (Mondadori), presentato da Teresa Ciabatti.
utti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto “Il piccolo principe”, uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che tutti non sanno è che Antoine, famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia. Ed è la storia che Romana Petri ha scritto con la febbre e la furia di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa suo, anzi lo ruba, tanto che il documento prende più che spesso la forma dell’immaginazione. Orfano di padre, Tonio vive un’infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens, amato, celebrato, avviluppato al mostruoso quasi ossessivo amore per la madre; un’infanzia che gli resta incollata all’anima per tutta la vita, fin da quando, straziato, vede morire il fratello più giovane. L’infanzia lo tallona come un destino quando, esaltato, comincia a volare, pilota civile e pilota militare, quando si innamora tanto e tante volte, quando si trasferisce in America, quando scrive, persino quando si schiera e sceglie di combattere per un’idea di Francia che forse è sua e solo sua. Dove sia andato Tonio, non sappiamo, nei cieli in fiamme del 1944. Sappiamo che ci ha lasciato le stelle della notte, il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata, il bambino che lui ci invita a riconoscere eterno dentro di noi. Romana Petri costruisce e decostruisce, sgretola le regole della biografia, evoca e racconta amori, amicizie e sgomenti come dettagli di un appetito d’avventura mai sazio, si muove fra le date e dentro la Storia alla sola ricerca del principe che ha sconfitto la notte ed è entrato volando nell’infinito. ACQUISTA
Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino (Feltrinelli), presentato da Nicola Lagioia.
Si esiste interi solo prima di nascere. Ma quello strappo è la vita. Omar ha dieci anni e passa le giornate alla finestra sperando che sua madre torni: da troppi giorni non viene, e lui non sa più nemmeno se è viva. Suo fratello gli strofina il naso sulla guancia per fargli il solletico, ma non riesce a consolarlo. Senza la madre il mondo svapora. Solo Nada lo calma, tenendolo per mano: soltanto lei, con i suoi occhi celesti, è per Omar un desiderio. Ha undici anni, sulla fronte una vena che pulsa se qualcuno la fa arrabbiare, e un fratello, Ivo, grande abbastanza da essere arruolato. Nada e Omar sono bambini nella primavera del 1992, a Sarajevo. Per allontanarli dalla guerra, una mattina di luglio un pullman li porta via contro la loro volontà. Se la madre di Omar è ancora viva, come farà a ritrovarlo? E se Ivo morisse combattendo? In viaggio per l’Italia, lungo strade ridotte in macerie, Nada conosce Danilo, che ha mani calde e una famiglia, al contrario di lei, e che un giorno le fa una promessa. Nessuna infanzia è spensierata, ciascuno di noi porta con sé le sue ferite, ma anche quando ogni certezza sembra venire meno, possiamo trovare un punto fermo attorno al quale far girare tutto il resto. Mi limitavo ad amare te entra nelle fibre del lettore colpendo quel punto come una freccia. Ispirato a una storia vera, è un romanzo di ampio respiro, di formazione, di guerra e d’amore, che si colloca a pieno titolo nella tradizione del grande romanzo europeo. ACQUISTA
Cassandra a Mogadiscio di Igiaba Scego (Bompiani), presentato da Jhumpa Lahiri.
A Roma, il 31 dicembre 1990, una sedicenne si prepara per la sua prima festa di Capodanno: indossa un maglione preso alla Caritas, ha truccato in modo maldestro la sua pelle scura, ma è una ragazza fiera e immagina il nuovo anno carico di promesse. Non sa che proprio quella sera si compirà per lei il destino che grava su tutta la sua famiglia: mentre la televisione racconta della guerra civile scoppiata in Somalia, il Jirro scivola dentro il suo animo per non abbandonarlo mai più. Jirro è una delle molte parole somale che incontriamo in questo libro: è la malattia del trauma, dello sradicamento, un male che abita tutti coloro che vivono una diaspora. Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere queste pagine che sono al tempo stesso una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole. Parole che, come un filo, ostinatamente uniscono ciò che la storia vorrebbe separare, in un racconto che con il suo ritmo ricorsivo e avvolgente ci svela quanto vicende lontane ci riguardino intimamente: il nonno paterno dell’autrice, interprete del generale Graziani durante gli anni infami dell’occupazione italiana; il padre, luminosa figura di diplomatico e uomo di cultura; la madre, cresciuta in un clan nomade e poi inghiottita dalla guerra civile; le umiliazioni della vita da immigrati nella Roma degli anni novanta; la mancanza di una lingua comune per una grande famiglia sparsa tra i continenti; una malattia che giorno dopo giorno toglie luce agli occhi. ACQUISTA
Il continente bianco di Andrea Tarabbia (Bollati Boringhieri), presentato da Daria Bignardi.
Venticinque anni, bello come un Cristo e convinto che l’unica via per sopravvivere nel mondo sia un odio esercitato con calma e raziocinio, Marcello Croce è a capo di un movimento di estrema destra che annovera picchiatori, fanatici, ma anche teorici e figure dai tratti quasi metafisici – tutte accomunate dal fatto che, per loro, vivere è come trovarsi in guerra. Grazie anche alla connivenza con certi rappresentanti politici e alla condiscendenza con cui l’opinione pubblica, ormai, guarda a molti fenomeni legati al neofascismo, Croce porta avanti la sua idea di sovversione e, nel frattempo, frequenta Silvia, una donna della borghesia romana con la quale instaura un gioco di potere che li porterà alla perdizione. La vicenda è ricostruita da un narratore misteriosamente attratto da Marcello e curioso di capire che cosa muova coloro che, oggi, credono in un’idea superata e violenta e la vogliono attuare. Ma c’è di più. La storia di Silvia e della sua caduta era già stata raccontata nello splendido romanzo, rimasto allo stato grezzo, che Goffredo Parise scrisse alla fine degli anni Settanta, “L’odore del sangue”. “Il Continente bianco” ne riprende temi e motivi, e sposta la vicenda ai giorni nostri, conservando nel rapporto morboso tra Silvia e Marcello la metafora potente del fascino che certe idee hanno esercitato, ed esercitano, sulla borghesia italiana. ACQUISTA
Tornare dal bosco di Maddalena Vaglio Tanet (Marsilio), presentato da Lia Levi.
Il bosco è il bosco, la montagna è la montagna, il paese è il paese e la maestra Silvia è la maestra Silvia, ma è scomparsa. In una piccola comunità agitata dal vento della Storia che investe tutta l’Italia all’inizio degli anni Settanta, Silvia, la maestra, esce di casa una mattina e invece di andare a scuola entra nel bosco. Il motivo, o forse il movente, è la morte di una sua alunna. Non la morte: il suicidio. La comunità la cerca, ma teme che sia troppo tardi, per trovarla o per salvarla, e in qualche modo che queste due morti siano una maledizione. Il paese è di montagna e le paure e i sentimenti, che pure non possono essere negati, non possono nemmeno essere nominati. Teme il paese il contagio di una violenza tutta umana e mai sopita, una violenza che dopo due guerre mondiali si è trasfusa in una guerra civile, politica. La maestra però non si trova e il paese, per continuare a vivere e convivere con il lutto e l’incertezza, si distoglie. In questa distrazione, Martino, il bambino che non è nato nel paese e nemmeno è stato accolto, tagliando per il bosco incrocia un capanno abbandonato, e nel capanno, color della muffa e dorata come il cappello di un fungo, sta la maestra. Il bambino non dice di averla trovata, e la maestra non parla. Ma il bambino torna e la maestra, in fondo, lo aspetta. A partire da fatti reali e racconti di famiglia, articoli di giornali, dicerie e mitologie, Maddalena Vaglio Tanet racconta una storia di possibilità e di fantasmi, di esseri viventi che inciampano in vicende più grandi di loro, e di bambini dei quali – come scriveva Simona Vinci, al suo esordio – non si sa niente, se non che sono gli unici a conoscere quanta realtà ci sia nelle fiabe, quanto amore stia nella paura, e quante sorprese restino acquattate nel bosco. ACQUISTA
Una minima infelicità di Carmen Verde (Neri Pozza), presentato da Leonardo Colombati.
Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto.
Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture. La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione. ACQUISTA
L’elenco dei libri presentati dagli Amici della domenica
- Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu (Laterza), presentato da Giuseppe Antonelli.
- Piero Balzoni, Vita degli anfibi (Alter Ego), presentato da Paolo Di Paolo.
- Iacopo Barison, Autoficiton (Fandango Libri), presentato da Giuseppe Catozzella.
- Matteo B. Bianchi, La vita di chi resta (Mondadori), presentato da Paolo Cognetti.
- Nicoletta Bortolotti, Un giorno e una donna (HarperCollins), presentato da Maria Rosa Cutrufelli.
- Silvia Bottani, Un altro finale per la nostra storia (SEM), presentato da Riccardo Cavallero.
- Davide Buzzi, L’estate di Achille (Morellini), presentato da Marcello Ciccaglioni.
- Maria Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata (Einaudi), presentato da Franco Buffoni.
- Olga Campofreda, Ragazze perbene (NN Editore), presentato da Gaia Manzini.
- Andrea Canobbio, La traversata notturna (La nave di Teseo), presentato da Elisabetta Rasy.
- Maria Castellitto, Menodramma (Marsilio), presentato da Serena Vitale.
- Carlo Cavicchi, Vendeva anacardi (Minerva Edizioni), presentato da Valerio Berruti.
- Massimo Cecchini, Il Bambino (Neri Pozza), presentato da Cesare Milanese.
- Gaja Cenciarelli, Domani interrogo (Marsilio), presentato da Lorenzo Pavolini.
- Maura Chiulli, Ho amato anche la terra (Hacca), presentato da Raffaele Nigro.
- Marianna Crasto, Il senso della fine (Effequ), presentato da Laura Pugno.
- Ada D’Adamo, Come d’aria (Elliot), presentato da Elena Stancanelli.
- Silvia Dai Pra’, I giudizi sospesi (Mondadori), presentato da Sergio De Santis.
- Gianfranco Di Fiore, L’amore inutile (Wojtek), presentato da Valeria Parrella.
- Raffaele Donnarumma, La vita nascosta (Il ramo e la foglia), presentato da Paolo Ruffilli.
- Alessandra Fagioli, Mistero allo specchio (Robin Editore), presentato da Paolo Ferruzzi.
- Roberto Ferrucci, Storie che accadono (People), presentato da Tiziano Scarpa.
- Patrick Fogli, Così in terra (Mondadori), presentato da Antonella Cilento.
- Marcello Fois, La mia Babele (Solferino), presentato da Elisabetta Mondello.
- Elisa Fuksas, Non fiori ma opere di bene (Marsilio), presentato da Francesco Rutelli.
- Sara Gamberini, Infinito Moonlit (NN Editore), presentato da Chiara Gamberale.
- Daniela Gambino, Due fuori luogo (Jack Edizioni), presentato da Fulvio Abbate.
- Camilla Ghiotto, Tempesta (Salani), presentato da Alberto Galla.
- Irene Graziosi, Il profilo dell’altra (E/O), presentato da Simonetta Fiori.
- Giovanni Greco, Bruciare da sola. Una notte di Nadja Mandel’stam con i suoi fantasmi (Ponte alle Grazie), presentato da Francesco Maselli.
- Michele Greco, In buone mani (Scalpendi), presentato da Luca De Gennaro.
- Gian Marco Griffi, Ferrovie del Messico (Laurana Editore), presentato da Alessandro Barbero.
- Sandro Gros-Pietro, Totocælo (Genesi), presentato da Corrado Calabrò.
- Francesca Guercio, Distopia pop (Alessandro Polidoro Editore), presentato da Angelo Piero Cappello.
- Laura Imai Messina, L’isola dei battiti del cuore (Piemme), presentato da Antonio Pascale.
- Vincenzo Latronico, Le perfezioni (Bompiani), presentato da Simonetta Sciandivasci.
- Maria Malucelli, L’amore nascosto (Armando Editore), presentato da Antonio Augenti.
- Flaminia Marinaro, L’ultima diva (Fazi), presentato da Ignazio Marino.
- Sebastiano Martini, Il mare delle illusioni (Arkadia), presentato da Giovanni Pacchiano.
- Laura Marzi, La materia alternativa (Mondadori), presentato da Veronica Raimo.
- Sapo Matteucci, Per futili motivi (La Nave di Teseo), presentato da Filippo Bologna.
- Paolo Mazzarello, Il mulino di Leibniz (Neri Pozza), presentato da Gian Arturo Ferrari.
- Elena Mearini, Corpo a corpo (Arkadia), presentato da Ilaria Catastini.
- Matteo Melchiorre, Il Duca (Einaudi), presentato da Marco Balzano.
- Ermal Meta, Domani e per sempre (La nave di Teseo), presentato da Furio Colombo.
- Renato Minore e Francesca Pansa, Ennio l’alieno. I giorni di Flaiano (Mondadori), presentato da Raffaele Manica.
- Elvira Mujčić, La buona condotta (Crocetti), presentato da Gad Lerner.
- Francesco Musolino, Mare mosso (E/O), presentato da Luca Ricci.
- Sacha Naspini, Villa del seminario (E/O), presentato da Paolo Petroni.
- Giorgio Nisini, Aurora (HarperCollins), presentato da Massimo Onofri.
- Ilaria Palomba, Vuoto (Les Flâneurs Edizioni), presentato da Maria Cristina Donnarumma.
- Monica Perosino, La neve di Mariupol (Paesi Edizioni), presentato da Vito Bruschini.
- Romana Petri, Rubare la notte (Mondadori), presentato da Teresa Ciabatti.
- Anna Luisa Pignatelli, Il campo di Gosto (Fazi), presentato da Alessandro Masi.
- Tommaso Pincio, Diario di un’estate marziana (Giulio Perrone Editore), presentato da Nadia Terranova.
- Sofia Pirandello, Bestie (Round Robin Editrice), presentato da Umberto Croppi.
- Rosella Postorino, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli), presentato da Nicola Lagioia.
- Rossella Pretto, La vita incauta (Editoriale Scientifica), presentato da Wanda Marasco.
- Stefano Redaelli, Ombra mai più (Neo Edizioni), presentato da Daniele Mencarelli.
- Alessandro Riello, Delitto in contropiede (Pellegrini), presentato da Clemente Mastella.
- Sandra Rizza, Nessuno escluso (Ianieri), presentato da Alfonso Celotto.
- Luisa Ruggio, Le confidenze (Besa muci), presentato da Diego Guida.
- Lodovica San Guedoro, Sacro Amor Profano (Les Flâneurs Edizioni), presentato da Franco Cardini.
- Giacomo Sartori, Fisica delle separazioni in otto movimenti (Exòrma), presentato da Filippo La Porta.
- Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio (Bompiani), presentato da Jhumpa Lahiri.
- Alberto Schiavone, Non esisto (Edizioni Clichy), presentato da Annalena Benini.
- Carmela Scotti, Del nostro meglio (Garzanti), presentato da Chiara Sbarigia.
- Andreea Simionel, Male a est (Italo Svevo), presentato da Gioacchino De Chirico.
- Ezio Sinigaglia, Sillabario all’incontrario (TerraRossa), presentato da Lorenza Foschini.
- Ada Sirente, Dura mater (Miraggi Edizioni), presentato da Maria Teresa Carbone.
- Andrea Tarabbia, Il continente bianco (Bollati Boringhieri), presentato da Daria Bignardi.
- Simonetta Tassinari, Donna Fortuna e i suoi amori (Corbaccio), presentato da Marcello Rotili.
- Domenico Tomassetti, Una vita come la tua (Bertoni Editore), presentato da Giulio Marcon.
- Piero Trellini, L’Affaire. Tutti gli uomini del caso Dreyfus (Bompiani), presentato da Massimo Raffaeli.
- Valeria Tron, L’equilibrio delle lucciole (Salani), presentato da Vivian Lamarque.
- Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco (Marsilio), presentato da Lia Levi.
- Francesca Veltri, Malapace (Miraggi Edizioni), presentato da Laura Massacra.
- Carmen Verde, Una minima infelicità (Neri Pozza), presentato da Leonardo Colombati.
- Roberta Zanzonico, La bellezza rimasta (Morellini), presentato da Giulia Ciarapica.
- Michele Zatta, Forse un altro (Arkadia), presentato da Maria Pia Ammirati.