IO, LEI, L’ALTRO – Cronache di un Festival di Riflessi
Giorno 1
DISCLAIMER
Stanotte non ho dormito un cacchio, perché qui, all’Oasi Madonna del Buon Consiglio, i giovani volontari e tirocinanti del Festival Internazionale “Teatri Riflessi” – giunto alla sua 8° Edizione a Zafferana Etnea (CT) – sono peggio di Erasmus inferociti. Non è esattamente quello che mi aspettavo da una “casa per ritiri spirituali”. Credevo addirittura di trovare una parentesi meditativa dallo stress della vita mondana per ricevere dall’Alto qualche Buon Consiglio. Finora l’unico che mi è arrivato è stato resistere dal fare una strage. Naturalmente esagero. È giusto i giovani si divertano. E poi io e Gerri Cucinotta, celebre attore messinese dallo spirito di un teenager e il corpo di un beenager, siamo ospitati dall’organizzazione insieme al resto dello staff, per cui a caval donato non si dovrebbe guardare in bocca.
Ieri in auto, venendo al Festival, si è parlato di un po’ di tutto, dall’universo femminile ai massimi sistemi, includendo rapporti familiari, di coppia e con se stessi. Qualche volta ci permettiamo persino di dire la nostra sul teatro, ma più per sport: Un po’ di esperienza in materia l’abbiamo, i gusti sono soggettivi, ma alcune cose di base, come l’assoluta bruttezza o bellezza di una cosa, sono cose quasi oggettivamente distinguibili.
Lui dapprima non doveva nemmeno essere con me, avevo prenotato tutto a nome mio e di un’altra persona che però nel frattempo mi ha lasciato, e io ho detto ok, poi nel frattempo non lo sapeva più bene così per non sbagliare l’ho lasciata io, poi mi ha rilasciato lei e adesso ci dovremmo vedere un’ennesima volta per sviscerare bene il concetto di lasciarsi che secondo me almeno uno di noi ce l’ha poco chiaro.
LA STORIA / IL CONTESTO
Avevo candidato alla gara un mio lavoro, che però non è giunto alla finale con questi 13 corti giunti da ogni dove, per la metà da fuori dall’Italia. Entrando in contatto col direttore artistico del Festival, Dario D’Agata, ho trovato una persona dalle sensibilità, curiosità e dolcezza rare e questa cosa mi ha scaldato il cuore. Ho deciso di venire a scoprire il Festival anche per questo. Domani farò i nomi di altre persone che fanno parte dell’Organizzazione, perché se li metto tutti assieme qui diventa pesante. Il tema di quest’anno è succoso: L’Alterità. Cosa significa l’Altro per noi? Sia come persona che in generale: il diverso, il nuovo, l’esterno, l’ignoto. A me avvince indagare cosa sia davvero esterno e cosa interno, ma non ve la farò a maccheroncino.
AL SODO
Siamo arrivati all’Oasi Madonna e i ragazzi ci hanno accolto con grande gentilezza e disponibilità, soprattutto Daniele, il coordinatore generale, che è passato in mutande un attimo fa. Dopo alcuni momenti di svacco, nel pomeriggio abbiamo preso parte al Workshop di Erin Mee, che doveva essere di perfomance site-specific ma era più people-specific, incentrandosi sulla spazialità intesa come chiarezza di movimento e sulla relazione qui e ora fra gli individui percorrenti lo stesso spazio. Altre interessanti attività sono messe in campo dal Festival per favorire sia la riflessione sul tema che la socializzazione fra tutti i presenti, che siano artisti, pubblico, addetti ai lavori o supporter vari.
Alcune riflessioni flash evocatemi dalla serata di ieri, in cui sono state proposte le seguenti performance:
Tutto il mio amore
Melania Fiore
Lazio
Corrente
Beatriz Mira & Tiago Barreiros
Portogallo
Zoe
Sara Baldassarre
Lombardia
K(-A)O
Kenji Shinoe
Giappone
La vera storia di Turi ‘u Bastaddu e Agatina puntini puntini
Turi Zinna/Retablo
Sicilia
Gianna
Contestualmente Teatro
Campania
They’re just joking
Alessia Ruffolo
Canada/ Germania
- Quello che conta, almeno quanto la qualità artistica, è il lavoro sul territorio, portare la magia del teatro e della narrazione laddove è più difficile si apprezzi. Laddove si va poco a teatro, e poco si sa cosa sia l’animus, forza vitale che dà la passione di esistere.
- È importante l’attore faccia “entrare il pubblico” in scena, nel senso di fargli sentire che si trova in un luogo di compartecipazione reale, a differenza di quando guarda tv o cinema. Sentire che qui può ricevere e dare, concretamente. Il teatro, a differenza dello stare passivi davanti a uno schermo, è spazio condiviso, aperto, esistente. Se l’attore recita “da solo”, senza fare entrare il pubblico in sé, l’arte performativa è destinata a essere sconfitta oggi, perché non si percepisce fisicamente questa straordinaria opportunità, e ci si annoia.
- Quindi, non dovrebbe essere solo l’attore a essere illuminato per il pubblico, sarebbe bello anche quest’ultimo lo fosse per il primo, che costui sapesse con chi sta parlando, per chi sta lavorando, ne vedesse i veri volti.
- Danza batte teatro 2 a 1 in efficacia, perché alcuni attori quando parlano non sono tutt’uno con le loro parole, preferiscono rappresentare sentimenti come segnali stradali – che non sono quella cosa ma stanno per quella – mentre i danzatori, quando sensibili, sono abituati a vivere ogni millimetro dei loro movimenti.
- I cambi di luce a teatro sono per la maggior parte sgradevoli, è come mettere una musica sotto la scena di un film per sottolineare in modo didascalico che sia brillante o drammatica.
- Dario D’Agata è il migliore attore di tutti perché essere attori è principalmente agire, e lui è quello che agisce di più, crea movimenti reali, sinergie, connessioni, senza pose. Agendo concretamente sul suo territorio.
Un grazie speciale all’autore, drammaturgo e regista Tony Bellone, facente parte della giuria giovani, che favorendomi due caffè stamattina ha consentito l’esistenza di questo articolo.
Lelio Naccari
Foto copertina e teatro di @alicedantoneph
Il progetto Teatri Riflessi
Teatri Riflessi è un progetto di promozione delle arti sceniche che vuole stimolare lo sviluppo di una drammaturgia del paesaggio che sappia raccontare il territorio raccogliendo le urgenze contemporanee di connessione alla tradizione e al genius loci e riportandole al centro della discussione attuale. Infatti, è dal confronto tra le espressioni di territori diversi che si può cogliere e astrarre il senso di cultura: il paesaggio è palinsesto e materializzazione nello spazio geografico di processi diversi (storici, culturali, naturali, sociali) e la produzione artistica ne è rappresentazione e fioritura dei fermenti che lo abitano.
Teatri Riflessi è nato dalla volontà di creare attenzione sui nuovi fermenti artistici attraverso il confronto e lo scambio reciproco d’idee ed esperienze, per offrire uno spazio a compagnie professioniste e non, e soprattutto ai giovani autori, un insolito palcoscenico, vivo di tradizione e proiettato all’innovazione. (da www.iterculture.eu/teatririflessi)
LINGUE – Cronache di un Festival di Riflessi. Giorno 3 – Teatri Riflessi