LINGUE – Cronache di un Festival di Riflessi
Giorno 3
DISCLAIMER
Per assenza di sonno questo articolo sarà un cut-up surrealista di immagini e frasi apparse in mente unite a qualche fatto. Un po’ come al solito ma peggio. Per la Seo diciamo subito TEATRI RIFLESSI 8 ZAFFERANA ETNEA (CT)
“Non posso essere diverso da ciò che sono. Ma neppure non essere un flusso. Se non supero i miei limiti, è perché ho solo quelli che immagino. Posso sapere che lo immagino.”
FORUM
Kenji Shinoe è il grande mattatore di questa 8° edizione del Festival internazionale di Corti Teatrali e di Danza “Teatri Riflessi” tenutasi a Zafferana Etnea (CT). Mentre tutti pensavano ogni dettaglio della sua performance fosse finemente meditata, nel forum pomeridiano ci racconta che cerca solo di “Restare vuoto per afferrare i piccoli dettagli”, riempirsi come un bicchiere del mondo che lo circonda, e rinnovarsi con esso. Anche se forse un bicchiere non è un bicchiere.
Alcuni artisti paiono decisamente più seriosi di altri. Non dico che bisogna buttare tutto in caciara ma credo l’arte potrebbe aiutare a snellire le distanze ed essere leggeri. Erin B. Mee intanto se la fa cadendo per tutto il parco. Prima dalla sedia, poco dopo inciampa, poi precipita in un fosso pieno di caramelle alla menta. Turi Zinna dice che il luogo non è adatto a tutti i tipi di performance ma questa gli è piaciuta.
Un’operatrice si alza e sostiene che Kenji non cambia mai la drammaturgia di movimenti e gesti, ed è la stessa performata nel suo festival. Shinoe con una cravatta in testa la stende di calcio rotante e poi le fa la linguaccia. Erin appena riemersa festeggia lanciandogli un leccalecca alla pesca.
Ci viene suggerito di guardare Annette, una stand-up comedy su Netflix. Dice che c’è dentro onestà e autenticità. Ora dovrei citare Valerio, stimato all’unanimità. Si tratta di Verzin, altro direttore artistico non menzionato in precedenza. Ci interagisco poco ma è come ci conoscesse già, persona morbida e dotata di orecchie, si trasforma in una macchina da inglese sulla scena.
FINALE DI STAGIONE
Durante la serata Antonio Presti di Fiumara d’Arte regala perle vere: “La maggior parte dei premi che ricevo sono bomboniere inutili” dice senza un briciolo di cheratina sulla lingua. “Il nostro Ego se la prende se non riceviamo riconoscenza, io dico che bisogna ringraziare per l’ingratitudine” Approfitta di ogni momento per lanciare messaggi edificanti senza buonismi: “Il potere più grande è quello della cultura, ma non a parole, con l’esempio e coi fatti”.
Offrire bellezza non solo come prodotto o spettacolo, ma come una posizione e atteggiamento, un’attitudine anche verso se stessi. Che sia questo la Cultura? “Educhiamo anche col No, al valore di essere Senza, sempre in unità e col ringraziamento nel cuore” Cultura potrebbe essere Bellezza al Servizio della Cura.
Riassaporiamo i corti finalisti a Teatri Riflessi 2023
“Correnti” ti sospende e ti porta nel metafisico altrove più di ogni altro corto. Mi chiedo come risulterebbe senza macchina del fumo, luci e musica super suggestiva. I danzatori potremmo lasciarli. Chi sta zitto sembra dire molte più cose di chi parla, la danza è un mezzo più freddo del teatro per dirla alla McLuhan: Se non è didascalica rende lo spettatore più creativo perché egli completa il non detto con l’immaginazione. In scena Beatriz e Tiago sembrano indagare l’essere vivendolo.
“K(-A-)O”. Vedi Kenji e ti chiedi: Quante cose si possono fare con un corpo umano? Quante parti del corpo e del viso possono essere fatte danzare o storpiate? È una supermarionetta, lo ammiro perché è un performer solo e impavido, autore di se stesso. Solo, sia nei successi che nelle fatiche. Coraggio, pazienza o solo follia?
“The Vitruvian Human” è molto piacevole ma a me non arriva particolarmente. Beatrice e Dario che presentano intanto dal secondo tempo in poi se la fanno piangendo e non si piange sul palco di uno spettacolo di danza perché poi si scivola.
“Alldough”: La luce è colore e il colore è emozione. Il loro lavoro è una coreografia a due, estremamente precisa e sincronica. Mi chiedo se sia stato noioso strutturarla ma soprattutto ripeterla fino a che fosse definitivamente nel corpo. Al mattino, che poi vuol dire ora di pranzo, riesco a porre alle performer la domanda. “Si, certe volte è noioso ma in fondo non è tutto così obbligatorio come sembra, ci sono salvagenti per imperfezioni, che s’impara a respirare insieme conoscendosi.” Al pubblico non appaiono come sbavature. Stare tranquilli nell’errore è bello, prepararsi salvagenti e poi partire. Ci salutano con affetto e lasciano il festival. Noi, al tavolo della colazione.
ALMA
Mi spiace non riuscire a restituire ciò che ci si è scambiati stamani fra persone conosciutesi a volte poche ore prima. Ora sappiamo che Gerri è stato schiaffeggiato dalle suore. Ha un passato di traumi che si compensano fra loro generando l’individuo perfetto. Che Laura, responsabile giuria e ospiti ha sognato “robe” quindi non vuole si faccia il cognome. Io so che Ilaria Mirenna è il Responsabile della Comunicazione.
Daniele Pellirossi – come dice il nome appassionato di avventure in natura – racconta di un sogno che l’ha intrippato: Un film alla Tarantino, in chiave Star Wars. Lui faceva parte di un gruppo di eroi che doveva liberare un popolo mediante l’uso di spade laser pieghevoli (Probabilmente comprate dai cinesi). Il popolo però non voleva essere liberato, aveva subito il lavaggio del cervello. Gli eroi devono fare irruzione in un caveau nei cui pressi vige una donna matura e piena di esperienza, in senso lato. Loro invece giovani eroi inesperti, ma pieni di energia. Lui e la donna si riconoscono e gli eroi accedono al caveau. Poco dopo ai posti di un areo sono agli estremi l’uno rispetto l’altra. Ma iniziano a comunicare. Non si ricorda cosa. Discarica di massi, non collegabile, distrutti piano piano. No senso di colpa, fascinazione.
Per lui TR8 è stata la prima esperienza di questo tipo come coordinatore di giovani: Ha sempre guidato ragazzi in montagna, qui c’è un flusso continuo di persone che vanno e vengono. Ama vivere in natura e fuori dalla comfort zone, lo rilassa e lo stimola al contempo. Scrive canzoni ma quelle più intime ha iniziato a condividerle solo negli ultimi tempi. Ora gli piace di più rendersi disponibile al rischio e all’errore. Mi viene da abbracciarlo. Laura senza cognome dice che mi trova comunicativo. Lei, si lancia di default. La paura di fare una cosa le dà la prova che quella cosa per lei è importante. Vuole approfittare di tutto.
Siamo mappe di energie che si forgiano a vicenda, ma in profondità sono già la stessa. Sotto ogni apparente alterità c’è un altro esattamente uguale a te.
Foto di @alicedantoneph
TEATRI RIFLESSI
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CORTI TEATRALI
Teatri Riflessi è un evento gratuito, aperto e flessibile che prevede la partecipazione di compagnie e artisti provenienti da tutto il territorio nazionale e da fuori Italia. Un grande evento che dà risalto alle arti performative contemporanee e mette in luce le eccellenze culturali del territorio. Teatri Riflessi è un festival che lega cultura e intrattenimento rispondendo alla domanda del pubblico orientato verso prodotti accessibili nella fruizione, ma che non rinunciano a contenuti di qualità ed emozioni. (da www.iterculture.eu/teatririflessi)
IO, LEI, L’ALTRO – Cronache di un Festival di Riflessi. Giorno 1