L’educazione delle farfalle è un thriller di Donato Carrisi, pubblicato il 07 novembre 2023, da Longanesi. Serena non è un personaggio come gli altri, e questa non è una storia come le altre. Questo è un viaggio inarrestabile alla scoperta degli angoli più oscuri del nostro cuore e delle nostre paure, al termine del quale il nostro modo di vedere il mondo, semplicemente, non sarà più lo stesso.
“dopo stanotte, ogni ricordo di questa settimana sarà diverso. Ogni ricordo puzzerà di fumo e di urina calda che cola fra le gambe. Avrà il suono del fuoco che ti sghignazza alle spalle mentre ti insegue. E il sapore amaro della paura.”
Trama
“L’educazione delle farfalle”
La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo.
Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena. Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre». Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone.
Dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo? E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?
Incipit
“L’educazione delle farfalle”
La casa di legno brucia nella notte. Come un piccolo vulcano sfavillante al centro della vallata.
Lingue lucenti s’innalzano nel cielo nero in mezzo a placide montagne. Le fiamme si esibiscono con feroce bellezza. Colorando di rosso la neve bianca, privano per sempre il paesaggio della sua candida innocenza. Qualcuno le ha liberate dalla loro prigione segreta e adesso si riprendono con la forza il posto che gli spetta in natura. Per dimostrare la loro potenza, hanno scelto la casa di legno che ora soccombe, sopraffatta.
Nel grande silenzio si sente solo il ruggito del fuoco.
Quando le campane del piccolo villaggio alpino iniziano a suonare per chiamare a raccolta i soccorritori, la costruzione di tre piani col tetto spiovente è già totalmente avvolta dall’abbraccio avvampante. Come la preda ancora viva dopo la cattura, ogni tanto la casa cerca di sottrarsi mentre il predatore già la divora, ma ogni tentativo è vano.
Intanto, voci concitate sopraggiungono da più direzioni. Le fiamme reagiscono con rabbia, sfidando chiunque osi farsi avanti per fermarle. Quegli uomini non potranno far altro che lasciarsi atterrire e affascinare dallo spettacolo di distruzione. Se non fosse tremendo, sarebbe bellissimo.
In mezzo al piccolo inferno, una fila di piedini scalzi impressa nella neve fresca.
Bambine infreddolite in camicia da notte. Bambine di sei anni. Fradicie della pioggia di un impianto antincendio, sono radunate a distanza di sicurezza. Sui loro volti maschere di fuliggine rigata dalle lacrime, fra i capelli strani fili argentati. Piccole fate intorno a un grande falò per un rito magico. Il fiato che si condensa nel gelo notturno. Gli occhi sbarrati. Si stringono fra loro, impaurite ma salve.
Non sono sole. Ci sono anche le tre tutor responsabili del loro benessere e della loro incolumità.
Sta per iniziare l’ultimo giorno di una vacanza in un posto incantevole, fra lezioni di sci, sessioni di pattinaggio, discese con lo slittino e pomeriggi passati a giocare a Monopoly, a Pictionary o all’Allegro chirurgo e serate di tazze di cioccolata calda e storie della buonanotte davanti al grande camino. Ancora poche ore e le giovani ospiti sarebbero tornate alle rispettive famiglie con un bel colorito abbronzato e un mucchio di esperienze fantastiche da raccontare.
Adesso torneranno e non saranno più le stesse.
Perché, dopo stanotte, ogni ricordo di questa settimana sarà diverso. Ogni ricordo puzzerà di fumo e di urina calda che cola fra le gambe. Avrà il suono del fuoco che ti sghignazza alle spalle mentre ti insegue. E il sapore amaro della paura. Quel sapore si nasconderà nel profondo della memoria di quelle bambine e riaffiorerà nella loro bocca anche da grandi, ogni volta che il loro istinto presentirà una qualche situazione di pericolo.
Sarà difficile anche per le tre tutor rimuovere dagli occhi il bagliore della scena. In questo momento, due di loro non riescono nemmeno a sbattere le palpebre. La terza, invece, continua a fare la spola fra una bambina e l’altra. Le conta a bassa voce. E poi le riconta di nuovo. Per sicurezza. Senza ancora pensare ai nomi. Coi nomi è più facile sbagliare. Allora, per non fare confusione, le chiama assegnando un numero a testa. La uno, la due, la tre, e così via. Le passa in rassegna poggiando una mano sul capo di ciascuna, come fosse un nuovo battesimo.
In fondo al cuore, la donna spera sempre che il numero finale cambi. Ma rimane sempre lo stesso. E allora, imperterrita, lei ricomincia.
Non sono solo undici, non sono solo undici – continua a ripetere a se stessa. Intanto non le guarda nemmeno in faccia, per non essere costretta a riconoscerle.
Se lo facesse, dovrebbe anche pensare al nome di quella che manca. La dodicesima.
E lei ancora non lo vuole sapere quel nome. Non è ancora pronta. E allora s’intestardisce in quell’appello di numeri. Ma affidandosi alla matematica, difficilmente ci si sbaglia.
La tutor che fa la conta dà le spalle alla casa che, nel frattempo, è completamente sparita fra le fiamme. Lei non può saperlo, ma non si vede più neanche la punta del tetto. La donna è l’unica, fra curiosi e soccorritori, che non sia ipnotizzata dalla scena.
Non ha il coraggio di guardare.
Ma un rumore sinistro la costringe improvvisamente a voltarsi. Un sibilo spaventoso, inaspettato, dolente. Come l’ultimo gemito di un gigante che si accascia.
E in un istante viene giù tutto.
La casa in mezzo alle montagne non c’è più, come inghiottita nelle profondità ribollenti della terra. Il fuoco devastatore si congeda dal proprio pubblico con un’ultima, crudele meraviglia. Nel cielo stellato sale una miriade di scintille dorate.