La Serie TV “I Leoni di Sicilia” ha catturato l’attenzione degli spettatori con la sua affascinante trama basata sull’omonimo libro di Stefania Auci, ma anche sul fascino della reale storia della famiglia Florio.
La serie ha suscitato curiosità tra i lettori del romanzo, desiderosi di scoprire come la storia avrebbe preso vita sullo schermo. In questa recensione, esplorerò le sfumature della serie, evidenziando le principali differenze rispetto al libro.
Partendo dal presupposto che ritengo naturale guardare la serie e confrontarla con il libro, specialmente per chi lo ha letto, l’interrogativo cruciale è: vale la pena vederla? La mia risposta è sì. Ciò non implica che la serie sia impeccabile; anzi, a mio giudizio, mi aspettavo di più. Sebbene la trasposizione rimanga fedele al libro, è inevitabile che si adatti alle esigenze cinematografiche.
Cosa non mi ha convinto
Inizio questa recensione evidenziando ciò che non mi ha convinto. Benché io abbia apprezzato i costumi e le ricostruzioni storiche, ho percepito un eccessivo grado di perfezione, era tutto troppo pulito. L’ambientazione sembrava quasi teatrale, quasi come assistere a un’opera lirica in cui ogni abito non ha una piega. Persino i vestiti dei portuali apparivano ben stirati, e i macchinari in fabbrica sembravano nuovi, ogni segno di usura o di vita vissuta era troppo costruito. Capisco che tutto venga progettato, ma la vera abilità sta nel renderlo impercettibile: Il trucco c’è ma non si vede.
La musica della serie tv “I leoni di Sicilia”
La musica è stata l’altra grande delusione, so che a molti è piaciuta, ho letto che molto probabilmente il regista ha voluto aggiungere un tocco di contemporaneità. Tuttavia, personalmente, essendo un’appassionata delle opere in costume, desidero immergermi completamente nel passato, vivere quell’epoca. Per un’ora, voglio essere trasportata nell’800, vorrei quasi percepire gli odori dell’epoca (compresa la puzza della cacca dei cavalli). Non desidero essere riportata al presente con canzoni che sento in radio nel presente o con una colonna sonora da fiction alla “Tutti in famiglia”.
I personaggi
Il personaggio che più mi ha deluso è stato lo zio Ignazio Florio, una figura che ho ammirato nel libro ma che, nella serie ha perso profondità, da uomo col carattere mite ed equilibrato è diventato insipido, smarrendo anche la sua calabresità, sembrava venuto dal nord. Mentre ho apprezzato Il personaggio di Vincenzo Florio, risulta un personaggio molto più ambiguo, nella serie sembra avere più sangue nelle vene di quello descritto nel libro, questo vale anche per il figlio Ignazio, che ne esce molto più umano.
Si tenta anche di sottolineare l’importanza della condizione femminile, conferendo maggiore risonanza alle figure femminili e presentandole come più emancipate e audaci rispetto al libro. Non posso dire se ciò sia stato positivo o negativo; certamente, non corrisponde al contesto storico e potrebbe influenzare la percezione dei giovani, su quanto le donne hanno dovuto lottare. A mio parere, il libro gestisce in modo più bilanciato questo tema.
La figura di Giuseppina, nata povera, costretta a seguire a Palermo il marito che non ama, non ha potere sul suo corpo e le sono precluse molte scelte, ma nella serie è molto meno dura, ogni distacco emotivo è giustificato dalle sofferenze che ha dovuto portare nel suo cuore.
Il personaggio meglio riuscito risulta essere Giulia Portalupi, cresciuta in agiate condizioni ma priva della libertà di godere dei suoi privilegi. La sua vita è destinata a essere solitaria, un sacrificio per compiacere i genitori. L’ho apprezzato dalla prima apparizione con la sua cassa piena di libri, perché Giulia legge, che stranezza una donna che legge, una donna che ha delle sue idee. Anche se nel libro si percepisce la superiorità culturale rispetto a Vincenzo, nella serie viene ancor di più rimarcato. È la magia o la stregoneria del cinema: una siciliana autentica che interpreta il ruolo di una piemontese a Palermo.
Consiglio la visione della serie tv “I Leoni di Sicilia”
Complessivamente, ho guardato la serie con piacere. L’assenza di stravolgimenti rispetto al libro rappresenta già un punto positivo, ma in confronto alla storia reale? Forse si è trattato di una narrazione limitata di quanto i Florio abbiano effettivamente compiuto, soprattutto in relazione all’importanza di alcune delle loro iniziative. Avrei gradito una maggiore attenzione alla storicità di alcune realtà ancora oggi attive.
La serie, composta da otto episodi, è una creazione di Paolo Genovese, regista e produttore creativo. È prodotta da Francesco e Federico Scardamaglia per la Compagnia Leone Cinematografica, insieme a Raffaella Leone e Marco Belardi per Lotus Production, una sussidiaria del Leone Film Group. Il team creativo che ha portato questa serie in vita include gli sceneggiatori Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. L’autrice del libro non ha voluto partecipare al progetto.
La trama della serie “I Leoni di Sicilia”
La serie narra la coinvolgente storia della famiglia Florio. Il racconto ha inizio con i fratelli Paolo e Ignazio Florio, due giovani mercanti di spezie che scappano da una Calabria ancorata al passato, desiderosi di migliorare la loro posizione sociale. Determinati a superare tutti gli altri, diventare i più ricchi e potenti a Palermo, Paolo e Ignazio trasformano la loro bottega di spezie in via dei Materassai nella più prestigiosa della città, avviando successivamente molte altre attività commerciali.
Quando Vincenzo, il figlio di Paolo, assume il controllo di Casa Florio, il loro slancio continua. Grazie alle sue innovative idee, Vincenzo trasforma l’impresa familiare in un vero impero, mentre Palermo guarda con meraviglia, invidia e talvolta disprezzo all’espansione dei Florio.
Ma la storia dei Florio è anche un’epopea che racconta di amore e famiglia. Giuseppina, divisa tra l’amore per suo marito Paolo e i sentimenti inespressi per Ignazio, inizialmente disapprova la relazione tra il figlio e Giulia Portalupi, una giovane milanese che irrompe nella vita di Vincenzo come un turbine e diventa il suo porto sicuro, la roccia inattaccabile. Giulia, forte e intelligente, è una donna che sfida le rigide convenzioni sociali dell’epoca.
Dopo aver dato alla luce le figlie illegittime Angela e Giuseppina, Vincenzo, insieme a Giulia, dà alla luce il futuro erede di Casa Florio, Ignazio, che condivide lo stesso nome dello zio, diventando così una figura paterna per Vincenzo. Il giovane Ignazio sposa Giovanna D’Ondes, una donna dura e fragile come il cristallo, ma piena di passione e desiderosa d’amore. Giovanna diventa la chiave che permette a Ignazio e alla famiglia Florio di inserirsi nella cerchia dell’aristocrazia palermitana e siciliana.
Il cast della serie “I Leoni di Sicilia”
“I Leoni di Sicilia” vanta un cast di talento, con Michele Riondino nel ruolo di Vincenzo Florio, Miriam Leone nel ruolo di Giulia Portalupi, Donatella Finocchiaro nel ruolo di Giuseppina, Vinicio Marchioni interpretante Paolo Florio, Eduardo Scarpetta nel ruolo di Ignazio Florio, Ester Pantano interpretante la giovane Giuseppina, e Adele Cammarata nel ruolo di Giovanna D’Ondes.
Chi sono i Florio
I Florio divennero imprenditori visionari, mecenati e filantropi, con interessi interessi in vari settori economici, tra cui il commercio marittimo, l’industria, l’editoria e il sociale. Fondarono il quotidiano “Ora, L’ Quotidiano di Palermo” un punto di riferimento per la cultura e la società dell’epoca. La famiglia Florio finanziò anche importanti iniziative culturali e benefiche, come il Teatro Massimo di Palermo.
Una delle più brillanti intuizioni dei Florio fu quella di investire nella produzione del Marsala, la cantina fondata nel 1833 si distinse dalle altre per la ricerca della qualità, arrivando a essere il vino della nobiltà europea.
Tra le innovazioni industriali apportate dalla famiglia Florio, un ruolo cruciale è stato giocato dall’invenzione del processo di preparazione e conservazione dei cibi. Ignazio Florio, con l’obiettivo di stabilire un’autentica “zona produttiva”, acquisì nel 1874 le isole di Favignana e Formica e si assicurò i diritti di pesca nell’arcipelago, Su quest’isola organizzò una grande tonnara con stabilimento conserviero (Tonnara di Favignana), sperimentando il metodo di produzione. Infatti, anziché produrre tonno sotto sale come consuetudine del tempo, si approntò per la prima volta la conservazione del tonno sott’olio e il relativo inscatolamento nelle latte.
I Florio sono particolarmente noti per il loro coinvolgimento nell’industria automobilistica e nautica. Nel 1905, Vincenzo Florio Jr., figlio di Vincenzo Sr., organizzò la famosa “Targa Florio“, una delle prime corse automobilistiche su strada aperta al mondo, che ha portato Palermo alla ribalta internazionale. La Targa Florio divenne un simbolo di prestigio per i costruttori di automobili e piloti, attirando partecipanti da tutto il mondo.
La famiglia Florio possedeva anche uno dei più grandi cantieri navali dell’epoca a Palermo, contribuendo notevolmente allo sviluppo dell’industria navale in Sicilia. Nonostante il loro influsso economico e culturale, la famiglia Florio affrontò anche sfide e controversie. Il loro declino iniziò dopo la morte di Vincenzo Florio Jr. e il collasso dell’industria automobilistica in Sicilia.
Oggi, il nome Florio è ancora ricordato con rispetto e ammirazione in Sicilia per l’enorme contributo che la famiglia ha dato alla cultura, all’industria e al prestigio dell’isola durante il loro periodo di massimo splendore. La loro eredità è ancorata nella storia e nell’identità della Sicilia.
I Leoni di sicilia, il libro
I leoni di Sicilia è un romanzo storico scritto da Stefania Auci, pubblicato nel 2019, dalla casa editrice Nord, primo volume della saga dei Florio. La storia dell’ascesa commerciale e sociale di una famiglia che è diventata leggenda, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana, dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia, Intrecciando le turbolente vicende private. Con 700 mila copie vendute in Italia nel 2019, 7 ristampe in un mese e diritti venduti in tutto il mondo merita di essere chiamato Bestseller.
Nel 2021 è stato pubblicato il secondo volume della saga “L’inverno dei Leoni“, durante il periodo storico tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX. Il libro ha vinto il Premio Bancarella 2022.
Trovate la recensione del libro nel seguente link Stefania Auci – I leoni di Sicilia. La saga dei Florio