Un uomo da conquistare è il quarto romanzo della serie Bridgerton, scritto da Julia Quinn, fu pubblicato nel 2001, da Mondadori nella collana Harmony, specializzata nel genere della narrativa rosa.
Questo libro è dedicato alla storia di Colin Bridgerton e Penelope Featherington. Dopo aver seguito le avventure romantiche dei primi tre fratelli, questo romanzo si concentra su uno degli amori più attesi dai lettori: quello della timida ma arguta Penelope, da sempre innamorata di Colin, il più affascinante e avventuroso dei Bridgerton.
Nel 2024 è stata prodotta la terza stagione della serie televisiva “Bridgerton”, tratta proprio da questo secondo romanzo, la serie, Netflix prodotta da Shonda Rhimes.
“Alla prospettiva del proprio futuro come lo aveva descritto la madre, Penelope fu improvvisamente colta dall’impulso di correre fuori e sposare uno spazzacamino. Si era rassegnata da lungo tempo a una vita da eterna zitella, immaginandosi però in una casetta con un bel terrazzo o in un piccolo cottage sul mare.”
Trama di “Un uomo da conquistare”
Londra, aprile 1824. Colin Bridgerton è l’uomo più affascinante della capitale, lo sanno tutti. Penelope Featherington , invece, è la ragazza che da sempre lo osserva nell’ombra, innamorata in silenzio del fratello della sua migliore amica. Convinta di conoscerlo meglio di chiunque altro, ha trascorso anni a decifrare i suoi sorrisi, i suoi gesti, persino i suoi silenzi. Ma basta un segreto, uno solo, per mandare in frantumi ogni certezza. E quello che Penelope scopre su Colin le fa capire che, forse, non l’ha mai conosciuto davvero.
Cercava di ricordare a se stessa che la bellezza era solo una qualità superficiale, ma era una consolazione da poco quando si ritrovava a non sapere cosa dire alla gente. Non c’era nulla di più deprimente di una ragazza brutta senza personalità e, in quel primo anno sul mercato matrimoniale, Penelope era esattamente quello. Una ragazza brutta senza… Oh, insomma, doveva pure valorizzarsi un po’! Una ragazza brutta con pochissima personalità.
Nel suo intimo lei sapeva chi era: una persona intelligente, gentile e spesso spiritosa ma, chissà perché, la sua vera personalità si perdeva in un punto imprecisato fra il cuore e la bocca, e lei si trovava a dire sempre la cosa sbagliata o addirittura a tacere.
Per peggiorare le cose, sua madre non le permetteva di scegliersi i vestiti da sola e così, quando non indossava il canonico bianco come la maggior parte delle ragazze (colore che, ovviamente, non la valorizzava nemmeno un po’), le toccavano abiti gialli, rossi e arancioni, che la rendevano un orrore. L’unica volta che Penelope aveva suggerito qualcosa di verde, sua madre, piantando le mani sui fianchi decisamente larghi, aveva proclamato che era un colore malinconico.
Il giallo era un colore allegro, diceva, e una ragazza allegra avrebbe attirato un marito.”
Dal canto suo, Colin è stanco. Stanco di essere il bel damerino senza uno scopo, stanco di non sapere quale sia il suo posto nel mondo, stanco delle continue speculazioni su Lady Whistledown , la cronista anonima che tiene in pugno l’alta società con i suoi articoli velenosi. Ma più di tutto, è stanco di leggere il proprio nome in ogni suo scritto!
“Colin invece non aveva nulla. Gestiva una piccola proprietà ereditata dalla famiglia e presenziava alle feste. Non si sarebbe mai sognato di dire che non si divertiva ma, a volte, avrebbe desiderato qualcosa di più. Voleva uno scopo. Voleva lasciare qualcosa di sé. Voleva quantomeno sperare che, una volta scomparso, sarebbe stato ricordato non soltanto per le sue apparizioni sulle «Cronache mondane di Lady Whistledown».”
Al suo ritorno a Londra, dopo un lungo viaggio, qualcosa è cambiato. Penelope non è più la ragazza che lui credeva di conoscere. O forse è lui a vederla con occhi diversi? Fatto sta che adesso Colin non riesce a smettere di pensare a lei. E quando scopre che anche Penelope custodisce un segreto , si ritrova a un bivio: è lei la più grande minaccia alla sua tranquillità… o la chiave della sua felicità?
“«Sono fiera di ciò che ho fatto» riuscì a dire, con voce scossa dall’emozione. «Non mi interessa quello che pensate voi o chiunque altro. Nessuno può privarmi di ciò che ho fatto.»”
Recensione
Avevamo lasciato i nostri eroi tra fiori d’arancio e promesse d’eterno amore, con Benedict Bridgerton felicemente accasato. E ora li ritroviamo lì, ancora stretti nei lacci della mondanità londinese, pronti a tuffarsi nell’ennesima stagione dell’alta società, quell’infernale carosello di debuttanti, balli e pettegolezzi. Un rito che la crème de la crème attende con ansia e terrore.
Questa volta al centro della scena c’è Colin Bridgerton, il bel ragazzo che fino a ieri sembrava più interessato a vagabondare per il mondo che a mettere la testa a posto. Ma, sorpresa delle sorprese, sotto il sorriso da perfetto gentiluomo si nasconde un uomo che forse, e dico forse, sta iniziando a chiedersi cosa voglia davvero dalla vita. Il problema? Il suo percorso da scapolo spensierato a innamorato devoto avviene con la stessa gradualità di un acquazzone estivo: un minuto prima il sole, il minuto dopo un’alluvione di sentimenti.
E poi c’è Penelope Featherington, l’eroina che tutti abbiamo imparato ad amare. Intelligente, leale, con un cuore enorme e un’ironia affilata come un rasoio, finalmente riesce a scrollarsi di dosso l’ombra dell’anatroccolo che tutti ignoravano. Perché sì, Penelope ha sempre avuto una scintilla ribelle, ma stavolta la vediamo brillare davvero.
E come dimenticare la famigerata Lady Whistledown, la nostra spietata cronista di pettegolezzi che continua a infilzare la buona società con la sua penna avvelenata? Tra rivelazioni scottanti e commenti al vetriolo, regala quel tocco di brio che rende la lettura ancora più irresistibile.
Colin e Penelope conquistano il cuore dei lettori, offrendoci una storia di crescita personale, seconde possibilità e un amore che non è solo scintille e sospiri, ma anche comprensione e rispetto. Il mistero legato all’identità di lei aggiunge quel pizzico di pepe che rende il tutto ancora più avvincente. Per chi ama i romanzi rosa con un tocco di intrigo, questa è la lettura perfetta.
“Le madri di giovanette da maritare sono unite nel giubilo: Colin Bridgerton è tornato dalla Grecia!
Per i gentili (e ignoranti) lettori che fossero nuovi in città, Mr Bridgerton è il terzo della leggendaria serie di otto fratelli (di qui il nome Colin, con iniziale C; segue Anthony e Benedict e precede Daphne, Eloise, Francesca, Gregory e Hyacinth).
Anche se Mr Bridgerton non ha diritto al titolo nobiliare (è settimo in coda per il titolo di visconte, dietro a due figli dell’attuale visconte, a suo fratello Benedict e ai suoi tre figli), è comunque considerato uno degli scapoli più interessanti della Stagione, grazie al suo patrimonio, al suo volto, al suo fisico e, soprattutto, al suo fascino. È tuttavia difficile prevedere se Mr Bridgerton si sposerà: è certamente in età, trentatré anni, ma non ha mai mostrato un interesse specifico per ragazze di adeguato lignaggio. E, a peggiorare le cose, ha la tendenza a scappare da Londra a ogni piè sospinto, diretto verso qualche esotica destinazione.
Da «Le cronache mondane di Lady Whistledown»
2 aprile 1824″
I libri della serie Bridgerton
1 – Il duca e io
2 – Il visconte che mi amava
3 – La proposta di un gentiluomo
4 – Un uomo da conquistare
5 – A Sir Phillip, con amore
6 – Amare un libertino
7 – Tutto in un bacio
8 – Il vero amore esiste
9 – Felici per sempre
Il nono romanzo è stato pubblicato in formato digitale.
Le differenze tra il libro Un uomo da conquistare e la terza stagione di Bridgerton
Nella serie di libri di Julia Quinn, Un uomo da conquistare è il quarto volume, mentre la serie TV Bridgerton ha deciso di adattarlo per la terza stagione, saltando momentaneamente il terzo libro, La proposta di un gentiluomo, che racconta la storia di Benedict Bridgerton.
Nel libro, la storia d’amore tra Penelope Featherington e Colin Bridgerton è al centro dell’attenzione, mentre nella serie Netflix la terza stagione si prende più libertà narrative e modifica l’ordine degli eventi rispetto ai libri, introducendo nuove sottotrame e dando spazio ad altri personaggi.
Nel romanzo, Colin si rende conto dei suoi sentimenti per Penelope dopo aver letto il suo diario e aver scoperto il suo lato più profondo e indipendente. Nella serie, invece, il cambiamento avviene gradualmente, con un maggior focus sulla sua gelosia e sulla sua protezione nei confronti di Penelope, che vuole cambiare il suo destino.
Nel libro, la rivelazione che Penelope è Lady Whistledown avviene in modo diverso rispetto alla serie. In Un uomo da conquistare, Colin lo scopre prima che il pubblico lo sappia e questo porta a una crisi tra loro. Nella serie, invece, il percorso della rivelazione è stato adattato per un effetto più drammatico.
La serie amplia le storie secondarie e introduce nuovi sviluppi per personaggi come Eloise Bridgerton, che nel libro ha una dinamica molto diversa con Penelope dopo la scoperta della sua doppia identità. Nella serie, il loro rapporto è più conflittuale. Inoltre, il personaggio di Cressida Cowper ha un ruolo più importante rispetto al libro.
Julia Quinn scrive con uno stile leggero e romantico, con un forte accento sulla crescita interiore dei protagonisti. La serie Netflix, invece, enfatizza il dramma, le tensioni sociali e le scene di grande impatto visivo, spesso con una colonna sonora moderna e un’estetica più accattivante.
La terza stagione di Bridgerton prende spunto dal libro Un uomo da conquistare, ma si prende delle libertà per rendere la storia più adatta al linguaggio televisivo, con un ritmo più serrato e colpi di scena pensati per mantenere alta l’attenzione del pubblico.
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Incipit di “La proposta di un gentiluomo”
Prologo
Il 6 aprile 1812, precisamente due giorni prima del suo sedicesimo compleanno, Penelope Featherington si innamorò.
Fu, in una parola, eccitante. Il mondo tremò. Il suo cuore sobbalzò. Restò senza fiato. Fu inoltre in grado di stabilire, con una certa soddisfazione, che l’uomo in questione, un certo Colin Bridgerton, aveva provato esattamente le stesse emozioni.
Oh, non perché si fosse innamorato. Di certo non si innamorò di lei nel 1812 (e nemmeno nel 1813, 1814, 1815 o, maledizione, neppure dal 1816 al 1822, e di certo non nel 1823, anno che trascorse fuori dal paese). Tuttavia anche per lui la terra tremò, il suo cuore sobbalzò e, senza ombra di dubbio, restò senza fiato. Per una buona decina di secondi.
Una caduta da cavallo faceva solitamente quell’effetto.
Ecco cosa avvenne: Penelope si trovava a Hyde Park con la madre e le due sorelle maggiori quando sentì una specie di rombo sotto ai piedi (“la terra tremò”). Sua madre non le stava prestando troppa attenzione, come spesso accadeva, quindi Penelope sgattaiolò via per vedere cosa stesse succedendo. Le altre Featherington erano immerse in una conversazione con la viscontessa Bridgerton e sua figlia Daphne, che aveva appena iniziato la seconda Stagione a Londra, quindi finsero di non sentire quel frastuono. I Bridgerton erano una famiglia davvero importante e una conversazione con loro non poteva essere ignorata.
Mentre girava intorno a un albero dal tronco particolarmente grosso, Penelope vide arrivare due cavalieri a briglia sciolta – o comunque si vogliano definire due idioti che galoppano senza preoccuparsi minimamente della propria incolumità. Sentì il cuore accelerare (sarebbe stato impossibile mantenere la calma davanti a una simile foga e, tra l’altro, poté poi affermare che il suo cuore aveva avuto un sobbalzo).
Poi, per uno degli inspiegabili ghiribizzi del destino, un’improvvisa folata di vento le portò via il cappellino (che non aveva allacciato, con sommo disappunto di sua madre, perché il nastro sotto il mento le dava fastidio), facendolo volare direttamente sul viso di uno dei due cavalieri.
Penelope trasalì (“restò senza fiato”!), quindi l’uomo cadde da cavallo e atterrò piuttosto inelegantemente in una pozzanghera fangosa.
Lei sfrecciò in avanti, senza pensare, strillando qualcosa inteso a chiedergli se stesse bene, anche se probabilmente, come temeva, non uscì altro che una specie di squittio strozzato. L’uomo doveva essere infuriato con lei, visto che era caduto da cavallo ed era finito in una pozzanghera, due cose che sicuramente avrebbero messo qualsiasi gentiluomo di cattivo umore. Quando però il giovane si rialzò, non le si scagliò contro, non la apostrofò in modo tagliente, non strillò e non la guardò nemmeno con espressione truce.
Scoppiò a ridere.
A ridere.
Penelope non aveva grande esperienza con le risate maschili e le poche che aveva conosciuto non erano state gradevoli. Ma gli occhi di quell’uomo, di una tonalità particolarmente intensa di verde, erano divertiti mentre si toglieva del fango dalla guancia chiedendole: «Non ho fatto una gran bella figura, eh?».
In quel momento Penelope si innamorò.
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