Il 9 ottobre è stato assegnato il Premio Strega Poesia 2024, il vincitore della seconda edizione del premio è Stefano Dal Bianco con Paradiso, scelto dagli Amici della poesia, un gruppo di circa cento appassionati di cultura poetica, tra cui rientrano anche gli esperti di letteratura italiana all’estero. La proclamazione ha avuto luogo a Roma, al Teatro Studio Borgna all’interno dell’Auditorium Parco della Musica ‘Ennio Morricone’, una delle principali sedi culturali della città. L’evento, che ha raccolto l’attenzione di un vasto pubblico, è stato trasmesso anche in diretta streaming su RaiPlay, offrendo così l’opportunità a spettatori di tutta Italia e oltre di seguirlo comodamente da casa.
La cerimonia è stata condotta dall’attrice Elena Radonicich, che ha saputo donare intensità e profondità al momento inaugurale leggendo due poesie del grande Pier Luigi Cappello, tratte dalla sezione “Poesie e prose inedite” del suo libro “Come un sentiero di matita“ (Bur 2024). I testi scelti, “Entrano i rumori e l’abbaiare di un cane” e “Oceano Indiano”.
In chiusura, Radonicich ha scelto due poesie internazionali di grande impatto emotivo e simbolico. Ha letto “Il diametro della bomba” del poeta israeliano Yehuda Amichai, un testo che riflette sull’orrore e le conseguenze della guerra, presentato nella traduzione italiana di Stefano Petrocchi.
Infine, l’attrice ha chiuso con la lettura di “Gentilezza”, della poetessa arabo-americana Naomi Shihab Nye, figlia di un rifugiato palestinese. Nella traduzione curata da Carolina Traverso, questo testo ha offerto una riflessione sulla gentilezza come atto rivoluzionario e potente, un invito a coltivare l’umanità e l’empatia anche nelle situazioni più difficili. La scelta di includere autori di diverse culture ha dato alla cerimonia una dimensione universale, richiamando temi profondi come il dolore, la speranza e la capacità di resistere attraverso la poesia.
“Un uomo, il suo cane Tito, intorno il paesaggio senese: potrebbe essere una buona figurazione di un paradiso minore, terrestre, privo della proverbiale luce divina che si spande in quello dantesco. Un Eden umanissimo: teatro di visioni più o meno rasserenate, più o meno rassicuranti, che – malgrado la brevità dei testi – Dal Bianco orchestra accordando il prevalente endecasillabo a versi di minore lunghezza come nelle stanze della tradizionale forma canzone. Vi domina la luce «radente del sole che cala». Ma anche in questa trascolorante natura che si offre ai sensi è possibile percepire «la maestà / del giorno che finisce» (torna in mente la poesia potente di Yeats: «These are the clouds about the fallen sun, / The majesty that shuts his burning eye»). Così, se il cane è gettato senza scampo nel mondo delle cose fisiche, «Tito ha il naso rasoterra / tutto il tempo perché tutto / profuma di qualcosa», il suo padrone è un io desiderante, continuamente rinviato a un luogo sconosciuto, collocato oltre l’esperienza, oltre il ricordo e l’immaginazione: «perché il profumo è altrove, / perché niente mi basta sulla terra». Perché il paradiso, infine, non può essere mai qui e ora.
(Il Comitato scientifico) ”
Il vincitore del Premio Strega Poesia 2024
Paradiso di Stefano Dal Bianco (Garzanti, con 40 voti ). ACQUISTA
Un uomo se ne va a spasso col suo cane per le strade, i sentieri, i boschi, i campi e lungo il fiume nei pressi di un piccolo borgo nelle colline senesi. Tutti i giorni, per tante stagioni, l’uomo e il cane imparano e scoprono qualcosa, incappano in avventure nuove. Si crea così una sorta di concerto a tre voci, dove la terza, onnipresente e silenziosa, ma non del tutto, è quella del paesaggio. Una natura apparentemente non corrotta, a volte protettiva, a volte sottilmente inquietante, ma sempre in grado di trascendere, o di coprire, la penosa pena del vivere.
Il paradiso è qui, sembra dire questo libro, quasi in barba alle tristezze e alla negatività di molta poesia di oggi. Eppure non c’è alcuna rimozione del dramma individuale e collettivo contemporaneo, che invece rimane ben presente, ma come se davvero fosse stato superato e relegato sullo sfondo da una sorta di superiore, adulta, saggezza. La voce affabile e magnetica di Stefano Dal Bianco raggiunge qui una rara felicità di pronuncia lirica, e si conferma una tappa obbligata per chiunque voglia orientarsi nel ricchissimo spettro della poesia italiana.
Stefano Dal Bianco, nato a Padova il 3 marzo 1961, si è laureato nella stessa città, dove ha studiato sotto la guida di Pier Vincenzo Mengaldo. Attualmente risiede in provincia di Siena e insegna all’Università degli Studi di Siena presso il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne. I suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente sulla poesia e sulla critica stilistica, con un focus particolare sulla metrica e sul ritmo del verso italiano, con studi su autori come Petrarca, Ariosto, Zanzotto e sulla poesia del Novecento italiano. Dal Bianco è stato fondatore e direttore della rivista di poesia contemporanea “Scarto minimo” e ha fatto parte della redazione della rivista “Poesia”.
Più di tre, quasi quattro pensieri
recingevano il capo allorché il capo
si liberò e tutto
divenne subitaneamente chiaro,di quella chiarezza di quando
l’improntitudine di una potenza
si realizza e si esaurisce nell’atto
lasciando posto alla pace del nulla,quel nulla inequivoco che mai
e mai potremo impersonare
dal momento che i tre, quasi quattrogatti cani miagolanti abbaianti
non sono, non saranno mai
così facili da eliminare del tutto.
Gli altri finalisti del Premio Strega Poesia 2024
Vivi al mondo di Daniela Attanasio (Vallecchi Firenze, con 17 voti ).
Eredità ed Estinzione di Giovanna Frene (Donzelli, con 16 voti ).
Discomparse di Gian Maria Annovi (Aragno, con 13 voti ).
Natura di Roberto Cescon (Stampa 2009, con 3 voti ).
Trovate in dettaglio libri dei finalisti nel seguente link:
Premio Strega Poesia 2024: la cinquina finalista