Identità sconosciuta è un thriller scritto da Patricia Cornwell, pubblicato il 26 novembre 2024 in Italia, da Mondadori, tradotto da Sara Crimi e Laura Tasso, il ventottesimo con protagonista l’anatomopatologa forense Kay Scarpetta, che affronta un caso intricato: l’omicidio di un premio Nobel e una bambina sembrano intrecciarsi in un inquietante luna park. Tra indizi enigmatici e ricordi personali, l’anatomopatologa svela segreti che sfidano ogni logica, in bilico tra scienza e mistero.
Trama del libro Identità sconosciuta
Le autopsie parlano, raccontano storie che nessuno vorrebbe ascoltare, sussurrano segreti che i defunti portano con sé, ma che a volte decidono di lasciare dietro, come messaggi in bottiglia. E stavolta, il messaggio sembra indirizzato proprio a Kay Scarpetta.
Tutto comincia con un caso già abbastanza angosciante: l’omicidio di una bambina. Kay, anatomopatologa di fama mondiale, è immersa in quel dolore quando una telefonata la costringe a cambiare rotta. Un cadavere è stato ritrovato in un vecchio parco a tema, ormai abbandonato e avvolto da un silenzio che inquieta più di qualunque suono.
La vittima non è un nome qualunque: Sal Giordano, astrofisico di fama mondiale, premio Nobel, consulente della Casa Bianca. Ma per Kay è molto di più. Sal era l’uomo che un tempo aveva amato, una passione esplosiva nata quando lei insegnava a Roma agli inizi della carriera. Un amore che si era trasformato in un’amicizia profonda, indissolubile.
Sul luogo del delitto, il quadro è surreale: il corpo di Sal giace al centro di un cerchio di petali di fiori di melo, la pelle stranamente arrossata, come se fosse stata bruciata da dentro. E il parco? Appartiene a Ryder Briley, un uomo distrutto dalla perdita della figlia. Coincidenza o crudele intreccio del destino?
La trama si infittisce quando Lucy, la nipote ribelle e geniale di Kay, ipotizza qualcosa di incredibile: e se Sal fosse caduto da un mezzo volante non identificato? Fantasie, forse. Ma Kay non crede alle coincidenze. E poi c’è quell’indizio, deliberatamente lasciato da Sal. Un segno che la costringe a guardare oltre le apparenze, a scivolare nei meandri più oscuri del caso.
Mentre gli investigatori si dibattono tra teorie soprannaturali e sospetti sulla condotta dello stesso Giordano, Kay segue una pista diversa, più vicina e terribile. La verità non è mai dove la cerchi, ma stavolta potrebbe essere troppo vicina, troppo personale. E ciò che scoprirà, ancora una volta, rischierà di cambiarle la vita per sempre.
Chi è Kay Scarpetta
Il personaggio di Kay Scarpetta è stato ispirato al medico legale di origini italiane Marcella Fierro e compare per la prima volta nel romanzo Postmartem. E’una donna molto razionale che crede saldamente nei principi della scienza e della medicina. Viene descritta come una donna di circa quarant’anni, ma la seguiremo fino ai sessanta, è alta poco più di un metro e sessanta, bionda dagli occhi azzurri, prosperosa e affascinante. Ama vestire elegante e in modo adeguato ad una professionista del suo livello, si trucca poco e non porta gioielli (eccetto un orologio Breitling modello B52).
Kay Scarpetta è nata a Miami nel 1956 da una famiglia di origini italiane proveniente da Verona. Suo padre, Marcellus II, era proprietario di un piccolo negozio di alimentari e si spegne a causa di una leucemia linfatica quando lei aveva solo 12 anni.
Ha una sorella, Doroty, una scrittrice di libri per bambini , con la quale ha un pessimo rapporto, ritenuta da Kay narcisista e incapace di prendersi cura di sua figlia Lucy. Proprio con la nipote Kay stringe un rapporto molto stretto finendo per farle quasi da madre, e introducendola nel suo mondo, tant’è che Lucy entrerà nell’Fbi in qualità di analista tecnica e successivamente nell’ATF.
Sin da bambina Kay mostra una grande predisposizione per lo studio e, dopo aver frequentato un collegio religioso e la St. Brendan High School si trasferisce al nord grazie ad una borsa di studio e si laurea in anatomo-patologia e giurisprudenza all’università di Georgetown.
Inizialmente lavora nell’istituto di medicina legale di Miami Dade, poi accetta l’incarico di capo medico legale della Virginia, trasferendosi a Richmond.
Consulente dell’FBI, intreccia una relazione con Benton Wesley, capo dell’unità di scienze comportamentali ed esperto nel delineare i profili psicologici di pericolosi serial-killer. Benton Wesley inizierà un progetto denominato PREDATOR per studiare il cervello dei serial killer.
Serie con Kay Scarpetta
1990 – Postmortem (in Italia 1994)
1991 – Oggetti di reato (Body of Evidence, in Italia 1992)
1992 – Quel che rimane (All That Remains, in Italia 1993)
1993 – Insolito e crudele (Cruel and Unusual, in Italia 1995)
1994 – La fabbrica dei corpi (The Body Farm, in Italia 1996)
1995 – Il cimitero dei senza nome (From Potter’s Field, in Italia 1997)
1996 – Causa di morte (Cause of Death, in Italia 1998)
1997 – Morte innaturale (Unnatural Exposure, in Italia 1998)
1998 – Punto di origine (Point of Origin, in Italia 1999)
1999 – Cadavere non identificato (Black Notice, in Italia 2000)
2000 – L’ultimo distretto (The Last Precinct, in Italia 2001)
2003 – Calliphora (Blow Fly)
2004 – La traccia (Trace, in Italia 2005)
2005 – Predatore (Predator, in Italia 2006)
2007 – Il libro dei morti (Book of the Dead)
2008 – Kay Scarpetta (Scarpetta, in Italia 2009)
2009 – Il fattore Scarpetta (The Scarpetta Factor, in Italia 2010)
2010 – Autopsia virtuale (Port Mortuary, in Italia 2011)
2011 – Nebbia rossa (Red Mist, in Italia 2012)
2012 – Letto di ossa (The Bone Bed, in Italia 2013)
2014 – Polvere (Dust)
2014 – Carne e sangue (Flesh and Blood)
2015 – Cuore depravato (Depraved heart)
2016 – Caos (Chaos)
2021 – Autopsia (Autopsy: A Scarpetta Novel, in Italia 2022)
2022 – Livore (Livid)
2023 – Cause innaturali (Unnatural Death, in Italia 2024)
2024 – Identità sconosciuta (Identity Unknown)
Incipit del libro Identità sconosciuta
1
Una sega Stryker affonda nell’osso, un coltello sfrega su una cote, l’acqua cade tamburellando nei profondi lavelli d’acciaio. I medici leggono ad alta voce il peso degli organi, le misure delle ferite e altre osservazioni agli assistenti che prendono nota. Da un vecchio altoparlante piazzato su uno scaffale esce musica rock a tutto volume. La sala autopsie non è il posto silenzioso che ci si potrebbe immaginare.
Questo martedì mattina abbiamo parecchi casi. In Northern Virginia il tempo è splendido: il sole brilla e la temperatura supera i venti gradi. La gente affolla i parchi, i percorsi da trekking, il lungofiume; e con le cose gradevoli arrivano anche quelle sgradevoli. Violenza, incidenti e altre morti insensate aumentano con il bel tempo, quindi ho un concetto tutto mio di allegria primaverile.
Io mi sto occupando di un caso complesso che trovo particolarmente inquietante, ma per il momento non posso fare di più, devo aspettare che i danni nascosti si rivelino, e per questo ci vuole tempo. I segni delle contusioni che appaiono sulla pelle vicino al momento della morte sono lievi come ombre ed è facile non vederli. Dopo qualche giorno in cella frigorifera, però, si fanno evidenti come le ammaccature marroni sulla buccia di una pesca.
Sospetto che quelli appena visibili sulla parte superiore delle braccia e sul collo della vittima siano stati causati da una stretta violenta e da strangolamento: se ho ragione, saranno incriminanti per i suoi genitori, Ryder e Piper Briley. Le mie conclusioni potrebbero farli accusare di abusi e dell’omicidio della figlia. Stando a quanto ho visto a casa loro e durante l’autopsia, sono una coppia di mostri.
Giudicare, però, non spetta a me, la punizione non è affar mio. Il compito del medico legale è presentare i fatti senza alcun interesse per l’esito, ma è impossibile, non siamo robot. La morte di Luna Briley mi scandalizza e mi fa infuriare e ieri, sulla scena del crimine, ho faticato a mantenere la compostezza.
Sono certa che la sua breve vita sia stata un inferno e che i suoi influenti genitori non siano abituati ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Sto sigillando un frammento di proiettile in un contenitore per le prove quando il vecchio telefono alla parete comincia a squillare vicino alla mia postazione. Mi chiedo chi possa essere, visto che ben pochi hanno questo numero.
«Qualcuno aspetta una chiamata?» urlo per farmi sentire in tutto quel baccano.
I miei medici legali sono immersi nei loro casi e non si voltano nemmeno. Il telefono non smette di suonare.
«Nessun problema, rispondo io» borbotto tra me e me.
Mi sfilo i guanti insanguinati e tolgo la mascherina, buttando tutto nel bidone dei rifiuti a rischio biologico. Quando mi dirigo verso la mensola, i miei piedi coperti di Tyvek si appiccicano al pavimento. Appeso alla parete c’è un cartello: «SOLO MANI PULITE!». Afferro la cornetta, che ha il lungo filo irrimediabilmente attorcigliato.
«Dottoressa Scarpetta» rispondo, ma nessuno parla. «Pronto?» In sottofondo sento il mormorio di un talk show. «Pronto? C’è nessuno?»
Qualcuno è in linea, ma io riattacco. Sto tornando al lavoro quando il telefono riprende a squillare. Questa volta non sono altrettanto gentile.
«Obitorio» annuncio.
«Odio interromperti, so che sei oberata.» È mia nipote Lucy Farinelli, agente del servizio segreto e pilota di elicotteri. Capisco dalla vibrazione dei motori e dal battito delle pale che è in volo. Non mi chiamerebbe se non fosse urgente.
«Il telefono ha appena suonato senza che nessuno parlasse. Per caso eri tu?» le chiedo.
«No, e ho brutte notizie, zia Kay.»
Lucy mi chiama così solo quando nessuno ci ascolta, il che mi dice che è sola, la immagino sul sedile della cabina di pilotaggio che ricorda lo Space Shuttle.
«Abbiamo un decesso bizzarro, e sospetto sia collegato alla bambina che probabilmente hai adesso sul tavolo settorio» mi dice cupa, e io percepisco una punta di rabbia nella sua voce.
«Sto terminando con Luna Briley, se è lei che intendi.» Prendo una sedia e mi accomodo voltando le spalle alla sala.
«Scommetto che non si tratta di un incidente» commenta Lucy in tono sinistro.
«E quale decesso bizzarro pensi sia collegato a lei?» Prendo un portablocco e una penna attaccata a un cordino di plastica.
«Quello stronzo del padre miliardario possiede il parco a tema di Oz che io e te ben conosciamo. Quello abbandonato. Circa due ore fa abbiamo trovato lì il corpo di una persona scomparsa» mi informa Lucy con riluttanza. Ho la sensazione che stia per arrivare una notizia che non vorrei sentire. «Temo si tratti di una persona che conosciamo, tu in particolare» prosegue. Lei è a disagio, io sono spaventata.
Trascrivo la data di oggi, 16 aprile. Sono le 11.40 quando – con mio profondo choc e orrore – mi spiega che il premio Nobel Sal Giordano era stato rapito la sera prima nei pressi del confine tra Virginia e West Virginia, ed è stato ucciso in maniera violenta.
La mia vocina interiore già obietta: “Non può essere lui”.
«Mi dispiace tanto, zia Kay, so che voi due eravate amici…»
“Ci dev’essere un errore.”
Celebre astrofisico, è consigliere della Casa Bianca e di alti funzionari americani e stranieri, e fa parte di molte task force e comitati governativi dove anch’io presto servizio. Ci vediamo regolarmente e abbiamo una storia alle spalle.
“Non può essere vero.”
«Quanto ti sei avvicinata al corpo?» Ad alta voce pongo le domande giuste.
«Abbastanza da vederlo bene senza inquinare la scena. È nudo e sinora non sono stati rinvenuti effetti personali. Non credo sia morto da molto.»
“Potrebbe essere qualcun altro.”
«Siamo certi che sia lui? Cominciamo da questo.» Rivedo il suo viso affascinante, risento la sua voce entusiasta e la sua risata pronta.
«Statura media, capelli lunghi, grigi e ondulati. Il tatuaggio di un pi greco all’interno del polso sinistro» descrive Lucy, e io sento un vuoto dentro. «C’era un odore pungente che passava anche attraverso la mascherina. Un po’ come quello dell’aceto: molto acido, come l’aceto bianco.»
«Idee sulla fonte?» mi sento chiedere mentre cerco di placare il tumulto interiore.
«Solo che l’ho sentito tutto intorno al corpo.»
«Ci sono ferite visibili?»
«Molti traumi, in particolare al viso e alla testa…»
“No, no, no.”
«Ha la pelle stranamente arrossata» prosegue. «Forse per qualche tipo di radiazione, e attorno a lui c’è un vortice di petali di fiori di melo che sembra un cerchio nel grano…»
«Un cosa?»
«Sembra che sia stato lasciato cadere dal cielo da un UAP…»
«Scusa?» mi blocco con la penna sospesa sul foglio.
«Un UAP» ripete Lucy. «Un Fenomeno Anomalo non Identificato, un UFO, comunque tu lo voglia chiamare.»
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